Nuovo tegola si abbatte sul Comune di Napoli. Venerdì è arrivata la richiesta di pignoramento, diventato esecutivo lunedì, da parte del Cr8 (Consorzio...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«La cosa non ci fa bene spiega l'assessore al Bilancio Enrico Panini ma non avrà una ricaduta clamorosa sui flussi di cassa, come avvenne con il primo pignoramento nel 2016. Adesso per la spesa corrente dovremmo ricorrere al fondo di anticipazione di tesoreria. Questo vuol dire che i soldi che avevamo in cassa fino a lunedì, giorno in cui è stato disposto il blocco, ovvero i 24 milioni, restano congelate e pignorate. La legge però ci consente di poter ottenere dalla tesoreria una concessione di liquidità per far fronte alle necessità momentanee di cassa». Il pignoramento è considerato esecutivo e non ci sarà possibilità da parte dell'avvocatura comunale di impugnare l'atto. Il contenzioso che si è abbattuto sull'ente a luglio del 2016 e ha origine da una sentenza della Corte d'Appello, che confermò il lodo arbitrale del 22 ottobre 2004, relativo alle concessioni ottenute dalla società per le opere da realizzare.
L'amministrazione comunale, se da un lato ostenta sicurezza e si dice «poco preoccupata», considerando le anticipazioni dei trasferimenti come ossigeno vitale, dall'altra continua a storcere il naso rispetto ad un debito ereditato e vecchio di trentasei anni. La vicenda del Cr8 risale infatti al 1981, quando al Consorzio furono affidate dal sindaco di Napoli-Commissario straordinario di Governo (cui il Comune è subentrato nel 1996), diverse concessioni di lavori di ricostruzione del dopo terremoto.
La partita decisiva, al netto della magistratura contabile, il Comune la gioca a Roma, con il Governo nazionale. Il sindaco de Magistris e il capo di Gabinetto Attilio Auricchio hanno intessuto una fitta rete di relazioni durante l'ultimo anno e mezzo, prima con l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, oggi ministro del Mezzogiorno, Claudio de Vincenti, poi con l'attuale sottosegretario Maria Elena Boschi. E proprio con la Boschi si stanno riallacciando in queste settimane i rapporti. L'impostazione su un accordo di massima tra Comune e Governo già c'è, ma bisogna stabilire ancora il quantum: oltre ai 20 milioni già anticipati dal Municipio, l'accordo potrebbe andare in porto nel momento in cui lo Stato decidesse di accollarsi gran parte del debito, una cifra superiore ai 60 milioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino