Comune unico di Ischia: via libera a nuovo referendum, ma cresce il fronte del no

Comune unico di Ischia: via libera a nuovo referendum, ma cresce il fronte del no
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Referendum sul Comune Unico dell’isola d’Ischia, arriva il nuovo “si” dal consiglio regionale per lo svolgimento della consultazione che si svolgerà in contemporanea con le prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale. Ma – ed è questa la vera notizia - sull’isola nel frattempo si rafforza e diventa maggioritario il “no” all’ipotesi unitaria con l’amministrazione comunale di Forio che questa volta si schiera compatta al fianco di quelle di Barano, Casamicciola Terme e Serrara Fontana, storicamente avversarie dell’ipotesi riunificativa.

A sostenere il comune unico resta la sola amministrazione comunale di Lacco Ameno, peraltro rischiosamente in bilico per la questione dell’approvazione di un bilancio comunale segnato da forti perdite ed anche da molte zone d’ombra. E perfino dal comune più grande, arrivano segnali diversi rispetto al passato. Il sindaco Giosi Ferrandino si mostra infatti assai più tiepido sull’argomento e non fa mistero di non ritenere la cosa fra le priorità da mettere in agenda politica ed amministrativa. “Troppi i segnali che indicano come i cittadini dell’isola d’Ischia non amano l’idea di vedersi rappresentati da una sola identità amministrativa” ragiona Ferrandino, che sembra spostare la sua attenzione piuttosto su come concretizzare tutte le ipotesi di collaborazione consortile fra i comuni per affrontare le vere emergenze dell’isola.


Dai trasporti marittimi e terrestri, alla gestione dei rifiuti e del territorio, fino alla unificazione della tassa di soggiorno, si cerca di ridurre al massimo i tempi di attuazione dei protocolli d’intesa già siglati nei mesi scorsi fra i sei sindaci isolani. Per quanto riguarda il referendum, dopo la bocciatura fatta registrare nel 2011 quando i votanti complessivi si fermarono al 31%, la successiva modificazione al regolamento regionale ha abolito la necessità del quorum. Per questo motivo, quando si voterà di nuovo la prossima primavera, per far prevalere il “si” oppure il “no”, basterà di fatto la maggioranza semplice . Leggi l'articolo completo su
Il Mattino