Sospeso dalla carica di sindaco. Ieri il prefetto Carmela Pagano ha fatto notificare al Comune di Sant'Anastasia, e per conoscenza a tutti i consiglieri comunali, la...
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La sospensione dagli incarichi istituzionali, in base alla legge Severino, è comunque un atto dovuto perché, con il suo stato giudiziario in bilico, Abete non ha le facoltà né le possibilità di ricoprire alcuna carica. Per adesso, come conferma uno dei suoi legali, l'avvocato Isidoro Spiezia che insieme a Giovanni Pansini ne ha assunto la difesa, il sindaco non si dimette, confidando forse nella decisione del Riesame per cui entro lunedì deve essere presentata istanza. Abete è da venerdì 6 dicembre nel carcere di Poggioreale, come il suo consigliere di maggioranza Pasquale Iorio, il segretario comunale Egizio Lombardi e l'imprenditore Alessandro Montuori. I quattro sono indagati per associazione a delinquere dedita alla commissione di più delitti di corruzione e finalizzata a favorire illecitamente il superamento di concorsi pubblici, con promesse mantenute di posti di lavoro a vincitori «paganti» e prezzari che andavano dai 30 mila per posti part time ai 50 mila euro per le posizioni di responsabilità come quella di istruttore direttivo contabile, il concorso vinto dall'altra indagata Georgia Biscardi, sottoposta alla misura di divieto di dimora in Campania insieme al marito, il dentista Paolo Manna. Intanto lunedì il Riesame valuterà, per prima, la posizione del segretario Egizio Lombardi, assistito dall'avvocato Antonio De Simone. Per adesso la decisione del prefetto ha stabilito un principio, se non dovesse cadere la misura cautelare di custodia in carcere Abete non tornerà sindaco di Sant'Anastasia. Un Comune dove ad oggi gli unici dipendenti assunti di recente sarebbero stati cooptati sulla base di concorsi farlocchi grazie ad un «sistema» che non si sarebbe limitato a Sant'Anastasia e che sta infatti man mano coinvolgendo altri comuni da Pimonte, piccolo centro dei Monti Lattari, fino a Cardito dove le procedure concorsuali sono state sospese.
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Secondo la Procura, dominus di tutta l'operazione, anche ai fini delle allora imminenti elezioni amministrative che poi di fatto vinse la primavera scorsa, era il sindaco Abete, ma ruoli di primo piano, quelli operativi, ricoprivano Lombardi e Iorio. Tra i due c'era, per gli inquirenti, un legame dettato dal mero interesse. Convenevoli e regalini, come i cesti di cibo, salame di capriolo del Trentino e altre raffinatezze da gourmet, che Lombardi portava a Iorio. E quest'ultimo raccontava, alla donna avvocato che poi lo ha denunciato dando il via all'operazione condotta dalla Guardia di finanza: «Se noi rimaniamo dice Iorio tentando di convincere la donna che Lombardi non può tirarsi indietro anche perché le elezioni alle quali Abete si sarebbe ricandidato incombevano - lui fa il segretario e prende 160mila euro all'anno, non gli conviene bruciarsi. Poi ci sono i diritti di rogito sugli atti che fanno con le aziende, vendono le cappelle al cimitero e lui per così poco si brucia la possibilità di stare altri cinque anni a Sant'Anastasia?». Dalle conversazioni a ruota libera di Iorio emerge il giochetto, che lui racconta per rassicurare l'avvocato sull'attendibilità del segretario comunale e del loro sistema, di scambiare i candidati tra comuni: quelli di Sant'Anastasia a Pimonte e quelli di Pimonte a Sant'Anastasia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino