Congresso, Pd Campania in ritardo: tre giorni per i candidati

De Luca pensa a Cimmino, Napoli potrebbe rilanciare con Massimiliano Manfredi

Francesco Boccia, commissario Pd Campania
Se il percorso del congresso nazionale del Pd è avviato, è in stallo quello regionale. Tanto che, in queste ore, qualcuno inizia ad ipotizzare uno slittamento per il...

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Se il percorso del congresso nazionale del Pd è avviato, è in stallo quello regionale. Tanto che, in queste ore, qualcuno inizia ad ipotizzare uno slittamento per il voto del segretario. Tempi stretti, troppo, se le candidature devono presentarsi entro le ore 18 del 27 gennaio ma ad oggi non sono disponibili ancora i moduli per la raccolta delle firme. Mentre si potrebbe profilare un inedito scontro. Da un lato un nome legato al governatore De Luca come Gino Cimmino; dall'altro un competitor legato al sindaco di Napoli Manfredi se saranno confermati i rumors di queste ore che ipotizzano una discesa in campo del fratello minore, il consigliere regionale Massimiliano Manfredi. Sfida inedita che metterebbe comunque su due trincee opposte i due palazzi del potere napoletano.

Due giorni fa è stata votata la commissione regionale per il congresso che dovrà avviare tutto l'iter per il voto campano. E a parte qualche fibrillazione sul numero (passato da 11 a 13 membri per cercare di bilanciare il mosaico con il peso delle mozioni nazionali) e la votazione all'unanimità del presidente, l'europarlamentare Franco Roberti, ci si è fermati subito. Prima riunione fissata venerdì e poi spostata a lunedì 23 gennaio. Attenzione alle date: dalla prima riunione della commissione in cui si appronterà anche la modulistica, ci sono meno di 4 giorni di tempo per presentare le candidature alla segreteria regionale (compreso le liste per l'assise regionale e un range di firme, comprese da 300 e 400, raccolto in almeno tre province della Campania).

Insomma è una corsa a perdifiato se si vogliono rispettare le scadenze imposte dai regolamenti del partito. Vedremo nelle prossime ore mentre Francesco Boccia, nominato commissario del regionale a primavera, ha ormai esaurito il suo compito proprio con l'insediamento della commissione. In teoria, quindi, la corsa è iniziata ma non ci sono i runners in pista. 

Per il congresso nazionale il risiko è chiaro ed i confini degli schieramenti in campo sono ben precisi. Che sfumano quasi a perdersi però sul regionale. Per il governatore dell'Emilia Stefano Bonaccini (in ticket con la casertana Pina Picierno) una coalizione con il governatore De Luca e i consiglieri regionali. Compreso anche avversari del governatore come l'ex parlamentare sannita Umberto del Basso de Caro e parlamentari come Valeria Valente, Stefano Graziano e Piero De Luca (che è anche coordinatore della mozione per il Mezzogiorno). Con Elly Schlein (dopodomani pomeriggio a Napoli per la prima volta dopo la sua discesa in campo), le correnti degli ex ministri Dario Franceschini e Andrea Orlando e il gruppo di Articolo Uno con un altro ex ministro come Roberto Speranza. Schieramento, quello della Schlein che, per ora, si tiene tatticamente in disparte dallo scontro per la poltrona del segretario regionale. 

Tutti in attesa di capire se il governatore De Luca decida di discutere ed arrivare ad un nome di mediazione e non si arrocchi su quello di un suo fedelissimo come il salernitano Nicola Landolfi o l'ex segretario del Pd di Napoli Gino Cimmino. Difficile però che l'ex sindaco di Salerno molli la presa su quella poltrona: perché il prossimo responsabile regionale del Pd avrà voce in capitolo su un'eventuale modifica della legge sul terzo mandato alla presidenza di palazzo Santa Lucia e poi sulle candidature delle prossime regionali. Nevralgico, quindi, che De Luca si ritrovi un segretario di suo gradimento, come aveva già fatto 3 anni e mezzo fa con il nome di un suo fedelissimo come Leo Annunziata.

Ma in quest'ultimo caso i consiglieri regionali e i territori (ad esclusione di Salerno) sono pronti a mettere un altro nome. Quasi sicuramente Massimiliano Manfredi, disponibile a cimentarsi in questa corsa. Uno scontro per la segreteria regionale che vedrebbe, di riflesso, un'inedita contrapposizione tra Regione e il Comune guidato proprio da Manfredi senior non certo insensibile a cosa accade nel Pd e anzi stavolta disposto a non essere un semplice spettatore della contesa democrat. 

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Il Mattino