Li svegliavano nel cuore della notte anche con 50 telefonate nel giro di poche ore. Facevano arrivare a casa loro fattorini per ordini inesistenti, e addirittura in un paio di...
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L’indagato non si sarebbe rassegnato alla fine del matrimonio e avrebbe compiuto una serie di atti persecutori all’indirizzo dell’imprenditore con cui la ex aveva avuto un flirt, e - secondo accuse al vaglio di un altro filone di indagine - anche nei confronti di alcuni parenti e amici della coppia, tutti, secondo quanto emerso dalle indagini, vittime delle telefonate notturne, degli appostamenti e delle offese da parte degli indagati. Tra gli episodi al centro delle accuse ci sono telefonate anomine (che gli indagati avrebbero fatto utilizzando utenze intestate a stranieri), appostamenti soprattutto notturni, l’invio, sempre di notte, di ambulanze o vigili del fuoco, oppure di pizze e panini per ordinazioni mai effettuate dalle vittime, le quali ogni volta si trovavano a dover fronteggiare un disagio, arginare le molestie, gestire l’ansia di essere svegliati nel sonno o scoprirsi spiati. Assistita dalla penalista napoletana Esther Lettieri, dopo aver sopportato per circa un anno questi atti persecutori, la coppia di imprenditori di Napoli ha denunciato la situazione. L’inchiesta, coordinata dal pm Giuseppe Tittaferrante del pool coordinato dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, si è avvalsa dell’attività investigativa dei carabinieri della stazione di San Sebastiano al Vesuvio diretti dal maresciallo Massimo Barbieri. Non è stato facile individuare gli autori degli atti persecutori denunciati. Dopo mesi di attività investigativa, attraverso intercettazioni e pedinamenti, i carabinieri sono riusciti a risalire ai due indagati. Il 24 gennaio scorso li sorpresero di notte proprio mentre parlavano al telefono con le vittime.
«La prolungata condotta delle azioni persecutorie, commesse per più di un anno, unite alla gravità delle minacce profferite e agli altri comportamenti molesti perpetrati soprattutto nelle ore notturne, cessati solo in seguito all’intervento dei carabinieri il 24 gennaio, rende concreto e attuale il pericolo di recidiva» scrive il gip Imparato nel provvedimento a carico dei due indagati. «La predisposizione da parte degli indagati di molteplici telefonate e di diverse utenze fittiziamente intestate a stranieri sono condotte sintomatiche di indubbia professionalità criminale», aggiunge motivando la misura adottata nei confronti dei due indagati, obbligati in via cautelare a rimanere nei loro comuni di residenza e a non uscire di casa di notte. Gli indagati avranno modo di difendersi dalle accuse. L'inchiesta prosegue. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino