Napoli, il premio Pimentel Fonseca a Caroline Muscat

NAPOLI. Dedicata a Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinata nell'ottobre dello scorso anno per aver voluto raccontare la verità, la quarta...

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NAPOLI. Dedicata a Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinata nell'ottobre dello scorso anno per aver voluto raccontare la verità, la quarta edizione del «Premio Pimentel Fonseca». A ritirare il riconoscimento, la giornalista maltese Caroline Muscat, giornalista investigativa e attivista maltese che oggi, insieme ad altri colleghi, prosegue le inchieste di Daphne sul portale theshiftnews.com. Caroline è da anni impegnata nella lotta a favore dei diritti umani e salvaguardia dell’ambiente. Attualmente, si sta battendo per scoprire i veri assassini della sua collega. Daphne Caruana Galizia aveva, infatti, seguito l’inchiesta internazionale sui MaltaFiles, diventando così una figura di riferimento del giornalismo investigativo internazionale. Era stata la prima a diffondere la notizia del coinvolgimento nei Panama Papers di membri del governo maltese e nelle sue inchieste aveva anche lanciato ombre su Michelle Muscat, moglie del primo ministro, accusata di essere la beneficiaria di una società con sede a Panama che muoveva ingenti quantità di denaro su conti bancari in Azerbaigian. Ripetutamente minacciata di morte, Dafne Caruana Galizia è stata fatta saltare in aria nella sua auto il 16 ottobre 2017, pochi minuti dopo aver aggiornato, per l’ultima volta, il suo blog personale.

 
«Daphne è stata assassinata un anno fa e i suoi assassini ancora non sono stati individuati - racconta Caroline - A livello di indagini il governo sta facendo pochissimo, anzi cerca di mettere a tacere tutte le proteste. La scorsa settimana le forze dell'ordine hanno strappato i nostri manifesti e le candele che avevamo acceso per commemorare Daphne. Quale governo fa una cosa del genere se non ha niente da nascondere? E' fondamentale continuare a indagare e ricordare non solo per consentire di individuare gli assassini ma anche per portare avanti le sue inchieste, continuare le sue storie di crimini organizzati e corruzione ai massimi livelli». 


Vincitrice del premio “honoris causa”: la giornalista spagnola Olga Rodríguez. A Baghdad fu testimone dell’assassinio del suo collega José Caruso, morto a seguito di un’esplosione causata da un carrarmato nordamericano. Ha scritto articoli sulla Guerra del Golfo e un libro sulla Primavera Araba, sempre come testimone diretta. È co-fondatrice del famoso giornale online diario.es.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino