Consiglio comunale di Capri dice no alle slot machine, macchinette via entro 90 giorni

Consiglio comunale di Capri dice no alle slot machine, macchinette via entro 90 giorni
CAPRI - Capri isola no slot. Dopo Anacapri che negli scorsi anni, anche attraverso un referendum popolare, era  stato tra i primissimi Comuni italiani a dichiarare guerra...

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CAPRI - Capri isola no slot. Dopo Anacapri che negli scorsi anni, anche attraverso un referendum popolare, era  stato tra i primissimi Comuni italiani a dichiarare guerra alle slot machine e ai videopoker, ora anche il Comune di Capri si dota di un regolamento che ha lo scopo di chiudere le macchinette mangiasoldi sull’intero territorio. Il regolamento, approvato oggi in consiglio comunale con il voto favorevole della sola maggioranza, dispone il divieto assoluto di installare macchinette che prevedano vincite in denaro entro 500 metri dai cosiddetti luoghi sensibili, quali scuole, luoghi di culto, palestre, centri balneari, sportelli bancomat, uffici pubblici. In pratica nella quasi totalità del territorio sono bandite le slot. Gli esercizi pubblici e le attività commerciali che le dispongono dovranno disinstallare le macchinette entro 90 giorni.


“Oggi è stato approvato un regolamento molto importante per il nostro territorio. Riteniamo che le amministrazioni debbano sempre tutelare la salute dei propri cittadini. Ovviamente non ci illudiamo di risolvere con questo provvedimento il problema della ludopatia, si tratta però di un primo essenziale passo”, è il commento del vicesindaco di Capri Roberto Bozzaotre.

Contro ha invece votato il gruppo consiliare di opposizione “Avanti Capri” spiegando: “Condividiamo il principio generale del contrasto all’utilizzo dei giochi in quanto alimentano il fenomeno della ludopatia in continuo aumento sull’isola. Pur tuttavia, non condividiamo l’iter procedurale della stesura ed approvazione del regolamento soprattutto perché non si è avuto modo di avere un confronto con le associazioni di categoria locali, di sentire approfonditamente i servizi sociali e di richiedere pareri e studi alle associazioni di psicologi e sociologi. In questo modo, a nostro avviso, si allungano i tempi in virtù di possibili ricorsi e non si combatte in modo efficace il fenomeno della ludopatia”.
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Il Mattino