Procura o polizia giudiziaria responsabili delle fughe di notizie. Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini si dice «d'accordo» col procuratore di Catanzaro,...
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La nomina del nuovo procuratore da parte del Csm, ha assicurato Legnini, «arriverà a brevissimo». Il comitato di presidenza del Csm sta seguendo con attenzione il caso Consip per valutare se ci sono gli spazi per un proprio intervento. È la vicenda nel suo insieme che viene ritenuta al Csm «molto grave e allarmante»: dalle fughe di notizie, l'ultima delle quali ha riguardato appunto la telefonata tra Matteo Renzi e suo padre, ai falsi che vengono contestati al capitano del Noe Scafarto, fino alle dichiarazioni di questi ai pm romani, che chiamano in causa il pm napoletano Henry John Woodcock.
Ma la difficoltà al momento è individuare in che termini Palazzo dei marescialli può intervenire senza interferire nell'inchiesta delicata della procura di Roma, che sta indagando anche sull'ultima fuga di notizie, e nell'attività di accertamento che sta svolgendo il Pg della Cassazione nell'ambito dell'azione disciplinare avviata nei confronti di Woodcock. Accertamento che - a quanto si è appreso - non si limiterebbe alle dichiarazioni sull'inchiesta del pm riportate da Repubblica. Lo spazio di manovra del Csm è molto limitato. Perché i consiglieri dispongono solo dello strumento del trasferimento d'ufficio per incompatibilità. Una leva che può essere usata però solo in presenza di comportamenti incolpevoli dei magistrati, non dunque quando la loro condotta può configurare un illecito disciplinare e a maggior ragione penale.
Di intercettazioni e fughe di notizie ha parlato oggi anche Beppe Grillo. «La verità - ha detto il leader del M5S, parlando con i giornalisti - è sempre nel mezzo: se c'è un'intercettazione c'è una procedura approntata da un Pm o da un giudice, è giusto.
Il Mattino