Contestazione a Di Maio, gli avvocati napoletani si dividono

Contestazione a Di Maio, gli avvocati napoletani si dividono
Alla fine l'attesa contestazione degli avvocati penalisti al vicepremier Luigi Di Maio che per giorni ha infiammato il dibattito sui social non c'è stata. Oggi, ad...

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Alla fine l'attesa contestazione degli avvocati penalisti al vicepremier Luigi Di Maio che per giorni ha infiammato il dibattito sui social non c'è stata. Oggi, ad eccezione dei toni polemici usati dall'avvocato Gennaro Demetrio Paipais nell'aprire i lavori del convegno da lui fortemente voluto, gli avvocati penalisti di Napoli, quelli più navigati, quelli che nei corridoi del Palazzo giustizia partenopei o quelli che sui social promettevano fuoco e fiamme contro il leader dei grillini, non hanno fatto sentire la propria voce. Mentre i giovani sedevano in platea, dove sono rimasti sino alla fine dei lavori su «La Carta dei diritti e dei professionisti: semplificazioni e proposte per i giovani avvocati», i penalisti più esperti e anche quelli più risentiti per l'invito esteso al leader dei grillini a confrontarsi con gli avvocati in Tribunale sono apparsi disuniti e in disaccordo su come manifestare il proprio disappunto. Disappunto che nei giorni scorsi era esploso sui social, tanto è vero che oggi l'avvocato Paipais ha voluto replicare pubblicamente ai contestatori da tastiera. «Questo dibattito è aperto a tutti - ha detto a microfono - E non è vero che non si possono fare domande, anche sulla prescrizione. Se volete fare domande sulla prescrizione accomodatevi: tutti si possono iscrivere a parlare. Fermo restando che oggi qui c'è il ministro del Lavoro e non quello della Giustizia».


Le domande 'scomode' però non sono arrivate. I borbottii, i mugugni sono rimasti nel fondo dell'Auditorium del Palazzo di Giustizia, dove si è svolto l'evento. Qualche avvocato ha guadagnato l'uscita per protesta: «Stando qui li legittimiamo soltanto». Altri sono rimasti e hanno discusso tra di loro. Alcuni esponenti della Camera penale, che però non ha dato il via libera ad affiancare il suo nome all'evento, sono rimasti in platea. Tanti altri non hanno proprio messo piedi nell'Auditorium: «E' stata questa la nostra protesta» hanno osservato. Si è trattato comunque di azioni solitarie. Di manifestazioni di dissenso individuali che non sono state neppure recepite. I penalisti di Napoli a fine giornata si sono trovati spaccati. I giovani da un lato, gli 'anzianì dall'altro. E all'interno degli stessi 'anzianì non si è registrata una precisa regia di contestazione. Contestazione, invece, che domani si preannuncia massiccia in occasione della prima delle quattro giornate di sciopero proclamate dall'Unione delle Camere penali italiani proprio per protestare contro la riforma che prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.
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Il Mattino