Nonostante le numerose proteste dei residenti e gli appelli delle associazioni animaliste, continua senza sosta la macellazione e il trasporto di carni di dubbia provenienza nel...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Negli scorsi giorni i residenti del Vasto avevano immortalato una cittadina di origine cinese intenta a macellare un'anatra nel bel mezzo della strada. Una scena agghiacciante che aveva sollevato un coro di proteste in tutta la città anche perchè i resti della macellazione finiscono direttamente o nelle fognature o nei cassonetti dell'umido, con tutto il loro carico di cattivi odori che attirano miriadi di topi e insetti di ogni tipo. Il rischio di epidemie legato al consumo di carne infetta è elevatissimo, mentre nuovi business legati alla ristorazione abusiva nascono praticamente ogni giorno.
Gli africani che vivono al Vasto sembrano aver sposato appieno la plurisecolare arte di arrangiarsi dei napoletani - celebri le immagini iconografiche dei “maccarunari” che fino agli inizi del '900 rivendevano in strada le scodelle di spaghetti che venivano preparate in strada - e, così, sono nate alcune attività mobili che rivendono cibi cotti - o in qualche caso li cuociono direttamente in strada - agli extracomunitari che per pochi euro possono acquistare un pasto completo a base di riso, pollo, pomodoro e altre tipologie di carni non meglio identificate. Emblematico il caso di via Bologna, dove si segnala la presenza di alcune carrozzine che rivendono cibo da asporto e che fanno costantemente il giro delle zone dove abitualmente si accalcano gli africani.
La situazione sembra essere totalmente sfuggita di mano sia all'Asl che ai Vigili Urbani che, pur presidiando costantemente il territorio, non riescono a far fronte all'emergenza. Pochi giorni fa è scoppiata una furiosa lite tra alcuni residenti e un venditore di cibo d'asporto che armato di un passeggino-braceria, girava il quartiere con una grossa bombola di gas - usata per alimentare la piastra su cui veniva cotta la carne - al seguito. Una situazione a dir poco inimmaginabile anche in relazione al costante pericolo a cui sono sottoposti tutti gli abitanti del Vasto alle prese con una potenziale bomba che gira praticamente indisturbata.
«Sono ormai due anni - spiega Adelaide, storica residente del quartiere - che facciamo segnalazioni su segnalazioni per questa incresciosa situazione. Si tratta di una battaglia che stiamo portando avanti per il decoro del nostro quartiere, niente a che vedere col razzismo che ogni tanto viene sbandierato per mettere a tacere le rivendicazioni di chi vorrebbe solo vivere civilmente nel proprio quartiere. In tutto questo tempo e nonostante le miriadi di denunce non c'è mai stato un sequestro di merce che continua ad essere rivenduta ogni giorno per le strade del quartiere e in spregio a qualsiasi regola igienico-sanitaria».
All'ombra della stazione centrale di Napoli il sottilissimo equilibrio tra la tolleranza per le abitudini degli extracomunitari e il rispetto delle regole del buon vivere civile sembra essere ormai totalmente squilibrato in favore di una costante inciviltà che mette a repentaglio la salute sia della comunità straniera che dei napoletani. I cittadini continuano a chiedersi perchè le istituzioni non prendano provvedimenti efficaci per contrastare un fenomeno che fa assomigliare la piazza più trafficata della terza metropoli italiana in una delle peggiori periferie africane. Anche le aree che dovrebbero essere ben sorvegliate sono totalmente sfuggite al controllo. Basti pensare alla situazione del mercato etnico di via Bologna dove, per statuto, dovrebbe essere consentita la sola vendita di prodotti di artigianato e invece vengono rivenduti prodotti alimentari che sono solitamente esposti alla piena luce del sole sotto l'occhio - poco attento in questo caso - dei caschi bianchi del Comune di Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino