Contrabbando di liquori tra Napoli e Caserta: scoperta evasione milionaria

Contrabbando di liquori tra Napoli e Caserta: scoperta evasione milionaria
Bancarottieri incalliti. Per anni non hanno pagato accise e tasse, spoliando aziende del settore del distillato dell'alcol. Fatto salvo poi di rientrare in possesso delle...

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Bancarottieri incalliti. Per anni non hanno pagato accise e tasse, spoliando aziende del settore del distillato dell'alcol. Fatto salvo poi di rientrare in possesso delle stesse società, acquistate per un tozzo di pane e intestate a mogli e prestanomi compiacenti. Con questo risiko societario, senza pagare un centesimo di Iva e tasse all'erario i fratelli Mattia, Francesco, Vincenzo e Mauro, originari di Calvizzano e di fatto i veri titolari della New Quik Break srl, azienda con distilleria a Capodrise, l'ultima in Campania e leader a livello nazionale per la distribuzione di alcol, liquori e vino - venduti a prezzo talmente basso da stracciare tutta la concorrenza - hanno frodato l'erario per circa cinquanta milioni di euro, collezionando ben due bancarotte fraudolente. Davanti al Fisco risultavano nullatenenti, ma nelle loro abitazioni i finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato ben duecentomila euro, impacchettati e segnati, oltre a costosissimi Rolex e altri oggetti di lusso. 

Ieri i militari della guardia di finanza del II Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, diretto dal maggiore Antonio Vernillo, hanno eseguito nove ordinanze di misure cautelari, richieste dalla Procura di Napoli Nord diretta dal procuratore Maria Rosaria Troncone, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, contrabbando di prodotti alcolici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione dei redditi, evasione dell'accisa e trasferimento fraudolento di valori. I quattro fratelli Baretta sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per altre tre persone, le classiche teste di legno, è scattata la misura del divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta, e per gli architetti fiscali dell'intera vicenda, due commercialisti, l'interdizione a svolgere la professione per un anno. Contestualmente le Fiamme gialle hanno eseguito un decreto di sequestro che ha riguardato i 200mila euro, quote societarie, orologi Rolex, auto di lusso e beni mobili e immobili per un totale di circa due milioni di euro. I militari della guardia di finanza hanno anche sottoposto a sequestro giudiziario in provincia di Caserta sia la distilleria di Pastorano e una sua succursale a Capodrise, sede legale della New Quik Break srl. 

I quattro fratelli imprenditori erano stati coinvolti in prima persona nell'ambito di un'altra indagine della stessa Guardia di finanza di Napoli, che permise di accertare che questi utilizzavano alcool denaturato e disinfettante (destinato all'uso industriale e alla sanificazione) nell'industria alimentare, per produrre liquori, dal limoncello agli amari alle erbe e vino, a prezzi quattro volte inferiori a quelli di mercato. Così erano diventati azienda leader del settore, in grado di sbaragliare tutta la concorrenza che caricava invece sul prezzo di vendita le pesanti accise e l'Iva. I finanzieri, all'epoca, accertarono che i fratelli Baretta determinarono con metodo scientifico il dissesto finanziario della società che gestiva la distilleria di Pastorano. Il piano era quello di uscire dalla porta e rientrare dalla finestra della stessa azienda dichiarata fallita. A far saltare il tutto è stato un notaio, incaricato della vendita della distilleria, dal valore stimato di milione e 900mila euro che grazie ai ribassi era arrivato ad appena mezzo milione. Il professionista si era insospettito perché il nuovo acquirente era un ex dipendente dell'azienda fallita e non aveva competenze specifiche. Inoltre tra i soci figuravano le quattro mogli dei precedenti titolari indagati per bancarotta fraudolenta. Il notaio fece subito una segnalazione all'antiriciclaggio, mettendo in moto l'inchiesta.

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Il Mattino