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Tre tonnellate di sigarette sequestrate e un 34enne in manette. È questo il risultato della brillante operazione condotta dai poliziotti del commissariato Secondigliano che, ieri pomeriggio, ha portato alla localizzazione e al sequestro di un magazzino utilizzato da un’organizzazione di contrabbandieri, legata alla potente organizzazione camorristica dei Di Lauro.
Un blitz nato grazie alla serrata attività di controllo del territorio svolta dagli agenti della Sezione Investigativa e coordinata dall’ispettore Luca Boccia. Durante una perlustrazione in Strada Comunale Cupa dell’Arco, cuore della roccaforte dilauriana, hanno notato un furgone alla cui guida c’era Gennaro Fabbricini, soggetto già gravato da precedenti penali e, soprattutto, ritenuto vicino all’organizzazione criminale.
Immediatamente il veicolo è stato fermato e il suo conducente obbligato a scendere dall’abitacolo. La sorpresa, però, è arrivata quando, perquisendo il retro del veicolo, i poliziotti hanno trovato dieci scatole di cartone, ognuna delle quali conteneva cinquanta stecche di tabacchi lavorati esteri privi, però, del marchio dei Monopoli di Stato.
Il valore stimato è di circa 450.000 euro. Un colpo durissimo per le casse della cosca che, già da tempo riferiscono gli investigatori, avrebbe ripreso a investire ingenti somme di denaro nell’acquisto, sul mercato estero, di grosse partite di sigarette da rivendere, poi, a grossisti napoletani. Non solo. L’organizzazione criminale del Terzo Mondo avrebbe aperto anche un nuovo canale di approvvigionamento. In un’indagine risalente a un paio di anni fa e conclusasi con l’arresto di un altro contrabbandiere legato a doppio filo al sodalizio, si scoprì che il clan, oltre che a rifornirsi dai paesi dell’Est Europa, aveva iniziato a importare tabacchi anche dagli Emirati Arabi. Le sigarette, caricate in containers, partivano da porto di Dubai in direzione di Napoli. Una volta arrivate in città erano, quindi, trasferite nella periferia nord della città e stoccate in depositi improvvisati come quello scoperto ieri dai poliziotti di Secondigliano. Dai depositi, quindi, finivano nelle mani di grossisti dislocati su buona parte del comprensorio cittadino che, poi, provvedevano a rivenderle ai gestori delle sempre più numerose bancarelle. Un affare, quello del contrabbando, tornato in auge negli ultimi anni ma che, secondo le stime delle forze dell’ordine, sarebbe diventato già una delle principali fonti di guadagno per i clan.
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