Napoli, il funerale per la Villa Comunale: «Così diciamo addio alla bellezza»

Napoli, il funerale per la Villa Comunale: «Così diciamo addio alla bellezza»
Dopo otto anni dal primo funerale, oggi se ne celebra un secondo all'interno della villa comunale di Napoli. Uno spazio attenzionato da tempo da gruppi di volontari ed...

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Dopo otto anni dal primo funerale, oggi se ne celebra un secondo all'interno della villa comunale di Napoli. Uno spazio attenzionato da tempo da gruppi di volontari ed associazioni cittadine che, soprattutto in queste ultime settimane, sono tornate a denunciare lo stato di abbandono e degrado all'interno del giardino storico. Un insieme di elementi, come quelli portati dal cantiere della metro linea 6 per la realizzazione della fermata o come la mancata piantumazione degli alberi e delle palme recentemente eliminate, sono al centro delle polemiche e delle rimostranze dei comitati.

Ma non solo. Anche la recinzione che “custodisce” l'ascensore recentemente realizzato, deturperebbe ciò che rimane delle antiche aree verdi. «Da anni battagliamo per la tutela di questi spazi – commenta il presidente del Comitato Porto Salvo Antonio Pariante – e dei beni storici della nostra città. Ci spiace constatare come in questi ultimi otto anni non sia stato fatto niente di nuovo. Anzi le cose sono peggiorate e lo stato di abbandono è evidente ed è sotto gli occhi di tutti. L'ultimo sfregio è questo ascensore che noi abbiamo ribattezzato “sarcofago” e che appare come un vero mostro di ferro che contribuisce ad imbruttire un paesaggio già decadente».

Oltre a questo però, con la manifestazione di oggi, ribattezzata “addio alla bellezza”, i comitati partecipanti hanno anche voluto denunciare l'area parcheggio abusiva realizzata proprio all'interno delle recinzioni. Uno spazio che poggia su una pavimentazione, come gli stessi manifestanti sostengono, già precaria che si lesiona di giorno in giorno. «Lo strato di tufo battuto – commenta l'architetto Antonella Pane presidente dell'associazione Progetto Napoli – fu fatto male e si sarebbe dovuto sostituire. O almeno queste furono le promesse dell'amministrazione comunale. Purtroppo perà non è mai avvenuto ed oggi ci ritroviamo con un problema in più. Vediamo entrare le auto dei custodi e degli addetti ai lavori che si parcheggiano proprio accanto l'ascensore. Una scena incredibile che alimenta le cattive abitudini di chi non ha a cuore questi spazi che invece rappresentano la nostra ricchezza. Un patrimonio che ogni giorno ci vediamo sottrarre tra l'indifferenza e l'immobilismo di chi invece dovrebbe tutelarlo».

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Il Mattino