È una drammatica corsa contro il tempo per anticipare l'esplosione dell'epidemia da coronavirus a Napoli e in Campania, quella compiuta dai vertici dall'azienda...
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Il Cotugno è pieno: allo stato attuale sono 80 i malati ricoverati che occupano la totalità delle stanze delle vecchie divisioni di cui 60 in fase conclamata (alcuni attaccati all'ossigeno) e 20 in attesa di diagnosi certa. Le condizioni variano ma i sintomi sono uguali per tutti: tosse, febbre alta, difficoltà respiratoria fino alla dispnea e alla riduzione della saturazione di ossigeno che comportano cure più intensive.
Il nuovo padiglione di fatto inaugura un terzo percorso di accesso all'ospedale per malattie infettive con un'area al piano terra in cui sarà possibile visitare i casi sospetti con sintomi più lievi. Il nuovo padiglione rappresenta un grande polmone per accogliere i nuovi pazienti contagiati dal Covid-19 bisognosi di ricovero. Gli arrivi giornalieri hanno ormai saturato la ricettività dell'ospedale. Anche la rianimazione con 8 posti è piena e altri 8 posti di terapia sub intensiva sono stati occupati al vicino Monaldi. Il reparto con i primi 9 posti inaugurati ieri sono affidati alla responsabilità dell'infettivologo Roberto Parrella, gli altri (in corso di allestimento, anche saccheggiando varie unità del Monaldi) ricadranno sotto le responsabilità dello specialista Giuseppe Fiorentino. Infine i posti letto per pazienti Covid ordinari, sempre nel nuovo padiglione, saranno gestiti da Nicola Maturo attuale primario del pronto soccorso.
Si procede per tappe forzate e decisioni dettate dalle esigenze contingenti considerando una ricettività ampliabile fino a 60 posti singoli o 100 per camere se alcune adattate a due letti. A partire da lunedì anche il Monaldi sarà in grado di ricevere fino a 24 malati in terapia sub intensiva.
Una preziosa valvola di sfogo per garantire cure a pazienti che si ammalano si continuo in un'epidemia che continua a correre nel numero di nuovi casi. Il nuovo padiglione del Cotugno è stato realizzato già da tempo ma le unità di ricovero erano ferme, prive di allacci e arredi. Si è provveduto ad allestirle nell'arco degli ultimi 10 giorni. Il moderno padiglione del Cotugno è stato realizzato negli anni scorsi con circa 40 milioni di euro dei fondi dello Stato e della Regione per l'assistenza ai pazienti contagiati da un altro virus che ha preceduto il Covid (l'Hiv, quello dell'Aids). Risorse stanziate con una legge risalente al 1990.
«Il Cotugno - sottolinea Daniele Lodato ingegnere direttore dei lavori che negli anni ha curato la realizzazione delle ristrutturazioni dell'ospedale - sta rispondendo a fatica ma con efficacia all'attuale situazione, sia perché dotato di operatori esperti sia perché la struttura, sebbene risalente agli anni '60 del secolo scorso, è stata oggetto di significativi interventi. Fra i più recenti l'allestimento dei locali a pressione negativa per fronteggiare la Sars, il nuovo reparto di diagnostica per immagini con la Tac. In occasione del manifestarsi dell'Ebola - continua Lodato - mentre lo Spallanzani fu riferimento nazionale come oggi al Cotugno fu allestito un triage al Pronto Soccorso che oggi torna utile per la protezione infettivologica. Poi ancora è stato realizzato il laboratorio di Virologia e di microbiologia, parassitologia e batteriologia fra i più grandi d'Europa, ad alto livello di contenimento e di sicurezza». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino