Coronavirus a Napoli, è allarme nelle fabbriche: altro contagio all'Avio Aero, tampone negativo per l'operaio Hitachi

Coronavirus a Napoli, è allarme nelle fabbriche: altro contagio all'Avio Aero, tampone negativo per l'operaio Hitachi
Il Coronavirus non risparmia i metalmeccanici campani. Nelle fabbriche aumentano le preoccupazioni, mentre i sindacati chiedono al governo il blocco delle attività. Nella...

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Il Coronavirus non risparmia i metalmeccanici campani. Nelle fabbriche aumentano le preoccupazioni, mentre i sindacati chiedono al governo il blocco delle attività. Nella giornata di ieri altri due casi di positività si sono aggiunti a quello già registrato ad Avio 24 ore prima, che aveva determinato la chiusura fino a martedì prossimo.


Un impiegato dello stesso stabilimento Avio Aero di Pomigliano d'Arco è risultato positivo ieri al Covid 19. Il secondo caso riguarda invece un dipendente dello stabilimento Hitachi di Napoli Est. Mentre si sospettano altri contagi tra i metalmeccanici impegnati negli appalti delle strutture ospedaliere. Ma si tratta solo di ipotesi, ancora tutte da verificare. Nelle fabbriche, intanto, il clima diventa sempre più pesante e i sindacati chiedono al governo lo stop delle attività manifatturiere per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. Ieri mattina si sono già tenuti scioperi in alcuni siti al Nord, da Brescia a Mantova. Quello dello stabilimento Avio di Pomigliano è un caso emblematico della tensione sempre più evidente nei siti produttivi, con i lavoratori spesso in preda al panico. Nella fabbrica aeronautica di Pomigliano erano stati già messi in quarantena nei giorni scorsi una cinquantina di lavoratori. Ieri mattina l'azienda ha comunicato il nuovo caso di positività al Covid 19, che riguarda un impiegato 50enne residente ad Afragola. Cresce l'allarme, dunque, tra i lavoratori dello stabilimento Avio, la cui riapertura prevista per la prossima settimana non è più del tutto certa. I delegati sindacali invocano un'ulteriore sospensione delle attività.
 
Lunedì prossimo, invece, dovrebbe riaprire i battenti lo stabilimento Fca di Pomigliano d'Arco, dopo lo stop decretato nei giorni scorsi dall'azienda, che aveva riguardato anche i siti di Cassino e Melfi. «Abbiamo chiesto il rispetto delle norme - spiega il segretario della Fim-Cisl di Napoli Biagio Trapani - con l'uso delle mascherine e la distanza di sicurezza di un metro tra i lavoratori, per permettere a Fca di sanificare tutte le aree. Riprenderemo martedì solo se hanno mantenuto gli impegni». Le preoccupazioni sono tangibili in tutti i siti anche per la difficoltà di far rispettare i protocolli di sicurezza. In particolare a Leonardo i lavoratori lamentano il mancato utilizzo delle mascherine. Un problema che scaturisce dalla difficoltà di reperimento delle mascherine, che vengono inviate alle strutture ospedaliere.

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Nel sito di Giugliano l'azienda ha scelto, invece, lo smart working. Una soluzione che è possibile attuare solo per alcune attività e non per altre. Anche gli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli Est chiedono più sicurezza. «Per ora abbiamo applicato protocolli interni - spiegano le Rsu - ma ci vogliono altre soluzioni. È necessario ridurre al minimo i rischi con mascherine e sanificatori». Per le organizzazioni sindacali la chiusura provvisoria delle fabbriche è la soluzione migliore. Fim, Fiom, Uilm ritengono necessario un momentaneo blocco di tutte le imprese metalmeccaniche, «a prescindere dal contratto utilizzato, fino a domenica 22 marzo, al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro». Le sigle dei metalmeccanici avvertono che sono «pronti allo sciopero se necessario».
 

La segretaria generale della Fiom Francesca Re David definisce «inaccettabile la mancanza nel nuovo Dpcm di misure e iniziative volte alla protezione dei lavoratori che stanno garantendo la tenuta economica del Paese». Per Biagio Trapani di Fim Cisl «il governo non ha tenuto in considerazione le esigenze di sicurezza dei lavoratori. Ci aspettavamo che il premier avesse il coraggio di decretare lo stop e invece ha abbandonato le aziende e i lavoratori del settore». Mentre il segretario della Fiom di Napoli Rosario Rappa sottolinea che «le possibilità sono due: o un rallentamento produttivo o una chiusura, nei casi in cui non è possibile rispettare la distanza di sicurezza tra i lavoratori». Il dibattito iniziato nei giorni scorsi tra i sostenitori del blocco temporaneo e gli assertori della tesi secondo cui «non è possibile bloccare l'economia» sembra destinato a proseguire. Ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato per oggi una videoconferenza da Palazzo Chigi con le associazioni industriali e i sindacati. Al centro della discussione, secondo fonti di Palazzo Chigi, sarà «l'attuazione delle previsioni contenute nell'ultimo Dpcm riguardanti i protocolli di sicurezza nelle fabbriche a tutela della salute dei lavoratori».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino