Coronavirus a Napoli: due arresti per frode home banking, l'udienza di convalida in via telematica

Coronavirus a Napoli: due arresti per frode home banking, l'udienza di convalida in via telematica
I Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno tratto in arresto due giovani di Napoli e deferito in stato di libertà un torrese, tutti per il reato di frode...

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I Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno tratto in arresto due giovani di Napoli e deferito in stato di libertà un torrese, tutti per il reato di frode informatica. Per la prima volta l'udienza di convalida degli arresti si è svolta in collegamento telematico con gli uffici giudiziari, secondo le modalità previste dal Protocollo stilato dalla Procura della Repubblica e dal Tribunale di Nola, finalizzato a ridurre i contatti interpersonali e, quindi, le possibilità di contagio da coronavirus. L’udienza, infatti, è stata celebrata in videoconferenza presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Castello di Cisterna, sede individuata dall’Arma per il circondario della Procura di Nola. I collegamenti garantiti con pm, gip e avvocati si sono svolti senza alcuna problematica.


In particolare, militari della Tenenza di Cercola hanno arrestato un 28enne e un 29enne del quartiere napoletano di Barra, entrambi già noti alle forze dell’ordine. Stavano prelevando contanti da un Atm della cittadina con un cellulare, utilizzando il sistema cardless. Utilizzando 3 telefoni cellulari e i codici di svariati account di ignari correntisti, i due erano già riusciti a prelevare 690 euro. Sequestrati i 3 smartphones e il denaro contante, i due sono stati ora sottoposti ad obbligo di dimora.

I carabinieri della Sezione Radiomobile di Torre del Greco e quelli della della stazione locale, invece, hanno denunciato un 26enne incensurato del posto, sorpreso mentre prelevava denaro contante con lo stesso sistema cardless da un Atm della città. Bloccato dopo un breve tentativo di fuga, il 26enne è stato trovato in possesso di 2 cellulari – utilizzati per violare gli account di home-banking – e di una somma contante di 1500 euro, provento verosimilmente legato all’attività illecita. I tre dovranno rispondere di frode informatica, aggravata dal furto dell’identità digitale di vittime sparse in ogni angolo d’Italia.


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Il Mattino