Coronavirus a Napoli, il sacrificio di Enzo: «Eroe del 118 morto per 35 euro al giorno»

Coronavirus a Napoli, il sacrificio di Enzo: «Eroe del 118 morto per 35 euro al giorno»
Vent'anni trascorsi alla guida di un'ambulanza del 118, sempre col sorriso e con la voglia di aiutare il prossimo. Così gli amici e i colleghi ricordano Enzo...

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Vent'anni trascorsi alla guida di un'ambulanza del 118, sempre col sorriso e con la voglia di aiutare il prossimo. Così gli amici e i colleghi ricordano Enzo Lucarelli, 44 anni, autista soccorritore morto nella tarda mattinata di ieri nel reparto Covid-19 del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. In quell'ospedale, dove prestava servizio come volontario dell'associazione Croce Italia di Quarto, era giunto venerdì sera per una grave dispnea: nella notte le sue condizioni sono precipitate fino al decesso. Lunghissime ore durante le quali colleghi e medici gli sono stati vicini nel box del pronto soccorso dedicato. I primi sintomi dell'infezione da Coronavirus Lucarelli aveva iniziato ad accusarli già dalla settimana scorsa, malanni che lo avevano spinto domenica sera, dopo estenuanti turni di lavoro e alcuni interventi su pazienti risultati a loro volta positivi, a recarsi presso il Cotugno, per sottoporsi a un tampone che di lì a poco avrebbe dato esito positivo. Da martedì era in quarantena nella sua abitazione di Giugliano, dove viveva con la moglie e il figlio piccolo.


 
Lucarelli aveva comunicato subito la notizia del contagio all'Associazione di volontariato presso cui lavorava, affiliata all'ASL Napoli 2 Nord, e quest'ultima aveva disposto il tampone su venti persone in servizio sulle ambulanze del 118 con cui era entrato in contatto l'autista: esami effettuati mercoledì e di cui si è in attesa dei riscontri. Nelle stesse ore era arrivato anche lo stop a tutte le postazioni dell'area flegrea: Pozzuoli A, Pozzuoli B, Quarto e Bacoli Monte Saut i cui mezzi erano stati sottoposti a sanificazione. Ieri pomeriggio, in lacrime all'esterno del pronto soccorso di Pozzuoli, i tanti colleghi del 118 hanno denunciato le precarie condizioni in cui operano e l'inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale. «Ci fanno indossare mascherine che non sono a norma e che arrivano da chissà quale paese spacciandole per FFP3 - è la denuncia di Alfredo Battocchio, autista soccorritore della Intersecurity di Pozzuoli - Noi autisti e infermieri volontari che ogni giorno prestiamo la nostra opera siamo stufi di rischiare. Vogliamo presidi a norma, non le solite tute da pittore e mascherine che servono solo per le polveri sottili».
 

Da volontario Enzo Lucarelli percepiva 35 euro al giorno sotto forma di rimborso spese per attività di volontariato su turni da dodici ore. «Ci stanno mandando al massacro, non siamo più disposti a rischiare la vita. Diciamo alla gente di rimanere in casa quando poi non si è capaci di fare un tampone ai sanitari che sono in prima linea e che, se contagiati, rischiano a loro volta di contagiare chi viene soccorso anche per una frattura. Enzo era un eroe», afferma Davide Secone, medico del 118 e rappresentante sindacale di categoria. Ma l'Asl Na 2 Nord è perentoria: «Gli equipaggi del 118 - si sottolinea in una nota - effettuano gli interventi di soccorso sulla base di una valutazione telefonica della Centrale che segnala eventuali casi di pazienti Covid-19, così da permettere agli operatori di indossare le tute di contenimento, i visori, le maschere, i guanti e i calzari. Per tutti gli altri casi, il servizio Protezione e Prevenzione dell'Asl ha dato indicazione a medici, infermieri, autisti e volontari di indossare sempre la mascherina di protezione e i guanti. Tali presidi vengono assicurati dall'Azienda Sanitaria anche ai volontari, a integrazione di quelli garantiti dalle singole Associazioni consorziate con l'Asl. Tutti i mezzi sono oggetto di frequenti sanificazioni. Enzo Lucarelli - conclude il comunicato dell'Asl - era arrivato in ospedale in una situazione già molto compromessa anche in ragione delle sue pregresse patologie e della sua condizione fisica. L'Asl Napoli 2 Nord esprime il proprio cordoglio alla famiglia e ai cari. Molti medici e infermieriavevano avuto modo di lavorare al suo fianco, apprezzandone le doti umane e professionali. Si tratta di un lutto per l'intera famiglia dell'Asl Napoli 2 Nord».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino