Covid a Napoli, focolaio al Cardarelli: «Impossibile arrivare a zero contagi, più test e filtri in corsia»

Covid a Napoli, focolaio al Cardarelli: «Impossibile arrivare a zero contagi, più test e filtri in corsia»
La situazione al Cardarelli, sul fronte Covid 19, è sotto controllo: a sottolinearlo è Giuseppe Longo, manager dell'ospedale, dopo un lungo faccia a faccia con i...

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La situazione al Cardarelli, sul fronte Covid 19, è sotto controllo: a sottolinearlo è Giuseppe Longo, manager dell'ospedale, dopo un lungo faccia a faccia con i sindacati. «Il Cardarelli non può essere Covid free con l'attuale incidenza di contagi per il semplice motivo avverte che qui arrivano circa 200 pazienti al giorno dal pronto soccorso e i casi positivi sono asintomatici e dunque arrivano come agenti segreti che però noi abbiamo imparato a stanare e identificare».

 
Quanti contagi avete?
«Oggi ne abbiamo identificati altri 3, ieri 4, alcuni dell'autoparco ma siamo in attesa di due negativizzazioni dal Padiglione M. Per aumentare la ricettività abbiamo attivato 16 posti nell'ambito della week surgery ma stiamo studiando una soluzione strutturale, in vista di una recrudescenza massima dell'epidemia che anche l'Oms ha detto di attendere per l'imminente autunno».

Quale sarebbe la soluzione?
«L'idea di fondo è individuare un padiglione che, come la palazzina M, possa ospitare tutti i pazienti che individuiamo nelle zone filtro, prima del pronto soccorso, principale porta di acceso».

Quanti ricoverati avete con Covid-19?
«La premessa è che sono per la maggior parte asintomatici che giungono in ospedale per altre patologie. Ne abbiamo 18 su 21 ricoverati nella palazzina M di cui 4 intubati e 14 su 16 ospitati nella week surgery».

Quali sono le novità su cui puntate per gestire questa complessa fase epidemica?
«Abbiamo amplificato la batteria di test rapidi da effettuare all'ingresso. Effettuiamo il test rapido su sangue capillare o su prelievo venoso cui aggiungiamo il tampone rapido antigenico anche su saliva e un tampone con test molecolare che processa un solo gene del virus e dunque molto più rapido. Più il test tradizionale su tampone nei reparti. Non si può fare di più con le attuali tecnologie».

I sindacati chiedono un Cardarelli Covid free in quanto hub per molte patologie della rete di emergenza.
«Proprio per questa funzione unica ricoperta dal Cardarelli nell'ambito delle reti tempo dipendenti avremo sempre pazienti che accedono in urgenza e poi scopriamo positivi e dobbiamo essere pronti a fare la nostra parte».

I sindacati hanno avanzato una serie di proposte, le avete accolte?
«Abbiamo avuto un lungo confronto: hanno compreso che il rischio zero non esiste e condiviso la maggior parte delle decisioni. Sulla questione dell'impegno dell'unità di week surgery è stato da me chiarito che è stata una decisione presa in urgenza ma che sto lavorando come detto a una soluzione strutturale».

Perché non utilizzate il padiglione H, di ortopedia, impiegato durante il lockdown?
«È stato allestito a marzo, avendo molto più tempo a disposizione con lavori e modifiche durante una fase in cui tutte le altre attività ordinarie dell'ospedale erano ferme e le ortopedie erano ospitate nelle chirurgie. Oggi invece non si deve fermare nulla. Tutti i pazienti con una sintomatologia Covid non vengono trasferiti mai dal 118 al Cardarelli».

Ci sono molti casi all'autoparco, come lo spiegate?
«Il personale dell'autoparco, per la funzione che svolge nel trasporto di pazienti positivi lungo i percorsi interni, sono considerati team a maggior rischio e infatti prendono una specifica indennità di rischio per questa delicata funzione».

Il personale resta un nervo scoperto per gestire questa fase.

«Abbiamo avviato il reclutamento di 100 infermieri e 50 Oss, tutti a tempo determinato. Questi ultimi individuati scorrendo la nostra graduatoria del concorso da pochi mesi concluso, e gli infermieri dalla graduatoria del Pascale. Ma abbiamo anche pubblicato nuovi avvisi pubblici per anestesisti, infettivologi, pneumologi, medici di accettazione e pronto soccorso, internisti e altre figure che occorrono a presidiare questa fase con maggiore efficacia. Tutti a tempo determinato per fronteggiare l'emergenza come previsto dalle norme». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino