Coronavirus a Napoli, medici richiamati dalle ferie: «Tanti tamponi e telefonate, rieccoci in trincea»

Coronavirus a Napoli, medici richiamati dalle ferie: «Tanti tamponi e telefonate, rieccoci in trincea»
Non è stato un diktat, piuttosto una chiamata alle armi quella partita nei giorni scorsi dal management della Asl Napoli 1 e indirizzata ai vertici degli uffici dei...

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Non è stato un diktat, piuttosto una chiamata alle armi quella partita nei giorni scorsi dal management della Asl Napoli 1 e indirizzata ai vertici degli uffici dei distretti e dei dipartimenti di prevenzione. Dopo il via ai tamponi per i viaggiatori di rientro dall'estero in pochi giorni su questi organismi delle Asl è ricaduta una mole imponente di lavoro, dal processamento delle richieste e prenotazioni di test molecolari, alla comunicazione degli esiti dei prelievi, fino al tracciamento dei contatti, per finire alla sorveglianza epidemiologica di chi è in isolamento contumaciale domiciliare. Senza dimenticare il lavoro di aggiornamento delle piattaforme informatiche, di trasmissione dei dati all'Istituto Superiore di Sanità, alle forze dell'Ordine e alle Autorità sanitarie. A Napoli 1 Lucia Marino direttore del dipartimento di prevenzione è rientrata una settimana prima dalle ferie e da alcuni giorni è al suo posto di lavoro al Frullone. «Dal giorno 11 avevo programmato di restare in vacanza per un paio di settimane ma con questa emergenza e i viaggiatori che rientrano non è stato possibile. Dopo i primi giorni di caos siamo riusciti a organizzare qui al Frullone un gruppo centrale di lavoro formato da una decina di persone che aggiornano la piattaforma, rispondono al telefono, comunicano gli esiti. In un giorno arrivano anche mille telefonate. Nel mio dipartimento tutti i direttori, il mio staff e i direttori delle unità territoriali raggiungibili sono rientrati. L'80% è una percentuale elevata. Quest'anno è andata così, ci sacrifichiamo per il bene della salute collettiva. Quest'anno bisognava evitare di andare all'estero. Noi come tecnici conosciamo i rischi. Moltissimi i casi dalla Grecia, da Spagna e Malta. In un solo giorno 2.500 comunicazioni. Peggio del lockdown». 


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Patrizio Fiore, medico e dirigente di staff, ha invece rinunciato alle ferie: «Venerdì scorso doveva essere il mio ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze dopo un duro anno di lavoro. Sono stato a casa nel fine settimana e il mio direttore di dipartimento mi ha comunicato che sarebbe rientrata una settimana prima per fronteggiare la grande mole di lavoro che si profilava all'orizzonte. Abbiamo valutato la situazione e da lunedì sono di nuovo qui in trincea». Una complessa macchina organizzativa centrale a supporto delle articolazioni periferiche soprattutto sul fronte di Covid 19. Anche Rosanna Ortolani direttore del servizio di epidemiologia e prevenzione della Asl è rientrata anticipatamente: «Purtroppo l'emergenza ci ha creato un sovraccarico che non immaginavamo di avere. Siamo andati in ferie e subito rientrati dopo un anno molto duro. Siamo concentrati sull'identificazione dei casi positivi comunicati dai laboratori. Appena arrivano gli esiti scatta il tracciamento dei contatti e la trasmissione degli esiti. Un lavoro continuo e molto impegnativo».
 

Ci sono anche i camici bianchi delle Usca in campo, come Francesca Stocchetti, 29 anni, deputata alla sorveglianza sanitaria e ai tamponi domiciliari presso il distretto di Portici. Chiamata in servizio a giugno ora attende una proroga di contratto come i suoi colleghi precari in tutte le Asl . «Sono specializzanda in Medicina generale - avverte sono entrata a marzo ma rimasta in stand-by fino a giugno. Le prime settimane sono state quasi di stallo e a Portici c'erano solo 7 positivi. I problemi sono sorti con i rientri dall'estero. Negli ultimi 10 giorni la pressione, anche sulle Unità di prevenzione collettiva, è diventata massima a causa dei rientri dall'estero e del crescente numero dei positivi che registriamo». La lunga fila di persone rientrate dall'estero che, dopo la Pec inviata alla Asl attendeva ieri presso gli uffici della Asl Napoli 3 per avere una indicazione su come e dove eseguire il tampone testimonia il corto circuito che si è creato tra le migliaia di richieste e le possibilità di processamento in alcune Asl.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino