Coronavirus a Napoli, screening di massa anche in Costiera: «Ma non siamo untori»

Coronavirus a Napoli, screening di massa anche in Costiera: «Ma non siamo untori»
Da Sant'Antonio Abate alla penisola sorrentina, scatta un nuovo screening di massa: si svolgerà tra oggi e mercoledì, con l'obiettivo, piuttosto complicato,...

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Da Sant'Antonio Abate alla penisola sorrentina, scatta un nuovo screening di massa: si svolgerà tra oggi e mercoledì, con l'obiettivo, piuttosto complicato, di verificare possibili contagi sugli avventori di un bar, il Gran Caffè Marianiello di Piano di Sorrento, chiuso da alcuni giorni dopo che tra il personale sono stati riscontrati 4 contagi riconducibili, come fa sapere anche l'Unità di Crisi della Regione, al focolaio della Sonrisa. La concentrazione di positivi al Covid-19 nel locale ha spinto i sindaci del comprensorio della Costiera sorrentina e le autorità sanitarie ad attivare test aperti, di fatto, a chiunque voglia rassicurarsi sul proprio stato di salute. Una decisione che ha fatto andare su tutte le furie i proprietari del locale: «Non ci stiamo - dice il presidente del Cda del bar, Alfredo Russo - a passare come gli untori della penisola sorrentina visto che abbiamo attivato immediatamente tutti i necessari protocolli anti-covid».


I controlli saranno effettuati da oggi a mercoledì presso la scuola Amalfi di via Ciampa, l'ex Clinica San Michele (sede Usca) e la scuola Massa di località Trinità.

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Racconta Russo: «Il contagio da noi è arrivato dalla Sonrisa, dove lavora il fratello del nostro direttore. Abbiamo subito sottoposto tutto il personale al tampone e ciò ha portato a individuare numerosi casi, compreso quello dell'uomo residente a Meta, congiunto stretto del responsabile della nostra struttura. Quest'ultimo è stato sottoposto a test poiché i due erano stati in contatto con il tampone sierologico che ha dato esito negativo, mentre il successivo esame molecolare ha fatto emergere la positività al Covid-19». A questo punto gli 11 soci del Marianiello hanno immediatamente deciso per la chiusura del bar ed hanno contattato il sindaco, Vincenzo Iaccarino ed attivato il loro consulente per la sicurezza igienico-sanitaria. Nel giro di poche ore si è proceduto allo screening di tutti i 27 dipendenti e amministratori e predisposta la sanificazione dei locali. «Poi la mattina di Ferragosto è arrivata la notizia da parte del dipartimento di Prevenzione dell'Asl di altri tre positivi che sono già in quarantena - chiarisce il presidente Russo - mentre noi, senza che nessuno ce lo imponesse, abbiamo deciso di tenere chiuso il Marianiello in modo da procedere a tutti gli interventi di sanificazione degli ambienti». A questo punto, dopo aver attuato le operazioni previste dai protocolli sanitari, i soci erano orientati a riaprire i battenti nella giornata di oggi, ma gli attacchi che in queste ore ricevono soprattutto via social hanno consigliato di rinviare. «Tutti coloro che negli ultimi giorni hanno frequentato il locale, anche se per pochi minuti, temono di essere stati contagiati. Ma è impossibile - spiega Russo - visto che il nostro personale indossa sempre la mascherina. Inoltre ricordiamo che, come rende noto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, per essere a rischio contagio bisogna aver avuto contatti diretti (ad esempio con la stratta di mano) oppure trovarsi per più di 15 minuti a meno di 2 metri da una persona positiva. Quindi chi è entrato nel locale per prendere una bibita fresca o un caffè non può considerarsi un possibile contagiato».
 
La preoccupazione, non infondata, dei soci del Marianiello è che gli eventuali positivi che dovessero emergere dai test possano essere automaticamente attribuiti alla frequentazione del bar. Per questo - conclude Russo - abbiamo dato mandato al nostro legale di procedere, senza esitazioni, contro decisioni che stanno provocando un notevole danno di immagine al nostro locale e alla nostra attività. La sicurezza dei cittadini è il nostro primo obiettivo è lo abbiamo dimostrato nei fatti, chiudendo il locale senza che nessuno lo imponesse. Da qui a far scattare uno screening di massa, senza indicazioni precise sui tempi di permanenza nel locale, sulle distanze e sull'uso dei dispositivi di protezione individuale, ci sembra un passo oltremodo dannoso nei nostri confronti. Senza dimenticare, poi, che proprio Piano di Sorrento negli ultimi giorni ha accolto due eventi che hanno visto una notevole affluenza di pubblico e che, seppure con tutte le cautele del caso, potrebbero comunque essere l'origine di qualche caso che, dopo le decisioni adottate, andrebbe sempre a ricadere sul nostro locale».

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Intanto ieri notte è stata disposta la chiusura di uno dei più noti locali della movida della Costiera sorrentina. Quando gli agenti del locale commissariato coordinati dal vice questore Donatella Grassi hanno effettuato un controllo hanno accertato che nella discoteca di piazza Tasso la maggior parte degli avventori non indossava la mascherina di protezione e non rispettava il distanziamento interpersonale occupando l'intera pista da ballo. Al titolare è stata comminata una sanzione di 1.000 euro; disposta la chiusura del locale per 5 giorni.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino