Covid a Napoli, la denuncia del papà: «Un figlio infetto dal 7 agosto, la mia famiglia reclusa»

Covid a Napoli, la denuncia del papà: «Un figlio infetto dal 7 agosto, la mia famiglia reclusa»
L'odissea della famiglia Siciliano comincia il 7 agosto quando Francesco, 20 anni, torna dalla Grecia dove era stato in vacanza con un gruppo di amici. Uno di loro ha la febbre,...

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L'odissea della famiglia Siciliano comincia il 7 agosto quando Francesco, 20 anni, torna dalla Grecia dove era stato in vacanza con un gruppo di amici. Uno di loro ha la febbre, fa il tampone e viene fuori positivo. In via precauzionale lo fanno anche tutti gli altri e pure Francesco risulta affetto da Covid. Da quel giorno, suo padre Giovanni, avvocato, sua madre Maria Rosa, e altri due fratelli, sono chiusi in casa in attesa del risultato di un tampone.

 
Avvocato, è un mese che siete tutti in quarantena?
«Stiamo impazzendo. Mia moglie ed io abbiamo praticamente abbandonato il lavoro, mia figlia Sara, 17 anni, comincia ad avere perfino disturbi del sonno, e Matteo, un anno e otto mesi, sembra un leone in gabbia».

Cominciamo dall'inizio.
«L'8 agosto Francesco fa il tampone, il giorno successivo arriva il risultato: positivo. Naturalmente finisce isolato in camera sua dove ancora si trova. L'11 agosto vengono a fare i tamponi anche a noi. Il giorno dopo ci comunicano che siamo tutti negativi».

Liberi di uscire, dunque?
«Benché la Asl non ci abbia mai detto nulla su quello che avremmo dovuto fare, ci mettiamo ugualmente in quarantena fiduciaria in attesa che passino i 14 giorni di rito».

Suo figlio intanto come stava?
«Bene. Francesco ha avuto un po' di febbre solo un paio di giorni, poi nessun problema. In ogni caso con lui non abbiamo avuto più contatti dal giorno in cui abbiamo saputo che era positivo: cibo lasciato fuori alla porta e nessun incontro».

A questo punto che cosa succede?
«Il 24 agosto tornano a fare un tampone di controllo a Francesco, il giorno dopo arriva il risultato: ancora positivo. A questo punto chiamo la Asl, spiego la situazione, racconto tutto e chiedo di sapere noi, negativi e con la quarantena fiduciaria appena finita, come dovevamo regolarci».

Che cosa le rispondono?
«Non potete uscire fino a quando Francesco non risulterà negativo a due tamponi e voi negativi a un altro tampone finale che verremo a farvi quando sarà il momento».

Tempi infiniti, insomma.
«Un dramma a tutti gli effetti. Provo a fare una proposta. E cioè quella di lasciare Francesco in quella casa e trasferirci noi altrove. Niente da fare: la Asl mi risponde che nessuno può andare via fino a quando non lo avranno deciso loro».

Siamo ancora al 25 agosto.
«La situazione comincia a diventare molto pesante. Nessuna assistenza e zero comunicazioni. Finalmente il 31 agosto tornano per fare un nuovo tampone a mio figlio. Al momento non ho ancora saputo nulla».

Le altre volte però sono stati molto tempestivi: avete ricevuto il risultato in 24 ore.
«Non so che cosa è successo. In questo momento, e sono le 11 di martedì 8 settembre, il risultato non è ancora arrivato. E se pure arrivasse stasera, è passata più di una settimana».

Che cosa pensa di fare?
«Ho pronta una diffida che invierò alla Asl e alla Regione. Siamo sequestrati in casa da un mese. Ho scritto anche che mi ritengo ormai libero nel rispetto della legge che prevede tampone negativo e quarantena».

E se suo figlio dovesse risultare ancora positivo?
«Seguirà la procedura, resterà in isolamento. Ma è chiaro che se per avere il risultato dei tamponi ci vorrà sempre una settimana, o anche più, questa storia non finirà mai».

Poi anche il tampone finale per tutta la famiglia?

«Comincio seriamente a pensare che prima di Natale da qui non ci tirano fuori ma sappiano che ce la metterò tutta perché la legge venga rispettata». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino