L'ultimo caso sospetto è quello di una donna, un militare che viene da Codogno, in licenza a Napoli. È ricoverata in una delle due stanze ad alto isolamento e...
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La Regione ha un piano per la situazione attuale e un piano B nel caso in cui dovesse presentarsi un focolaio epidemico. De Luca, che è in continuo e stretto contatto con le autorità sanitarie nazionali guarda anche al sistema informativo: «Il 90% delle notizie e degli allarmi è infondato e va peggio sui social. Serve responsabilità - dice - le notizie ufficiali le danno Ministeri e Regione». Il secondo aspetto riguarda la filiera dei percorsi di cura. Il primo anello è il numero verde regionale 800-90.96.99 attivo da 20 giorni che ha subìto un'impennata di chiamate, anche di notte. Non va ingolfato e usato solo per rassicurazioni e informazioni generiche. Nei casi di sospetto e chi sta male o accusa sintomi che lo preoccupano deve chiedere l'intervento del medico di famiglia, della guardia medica oppure del 118. Il consiglio è di non affollare i pronto soccorso e gli ospedali con più di un familiare. In ogni ospedale sono stati individuati percorsi dedicati e separati per pazienti e cittadini con sintomi respiratori. I successivi eventuali ricoveri saranno effettuati solo nei reparti di malattie infettive. Ogni pronto soccorso avrà locali separati per una valutazione in isolamento.
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I casi di sospetto coronavirus o i casi conclamati e sintomatici, dopo la valutazione nei pronto soccorso o del 118, vanno trasferiti al Cotugno o nelle strutture dotate di reparti di malattie infettive. Saranno moltiplicati i punti di verifica dotando di kit diagnostici alcuni laboratori provinciali. A Napoli oltre al Cotugno il San Paolo (dalla prossima settimana) e a partire da oggi tutti gli ospedali di riferimento provinciale a Caserta (San Sebastiano), Avellino (Moscati) e Salerno (Ruggi). I posti letto individuati sono circa 40 nella Asl di Salerno, 6 al Ruggi, 70 al Pascale, nessuno al Cardarelli, 70 al Cotugno (che può facilmente raddoppiarli), altri 10 tra le varie aziende sanitarie a Caserta, a Pozzuoli e Eboli. In totale 200 con la possibilità da parte del Cotugno di ampliare la disponibilità. Ma c'è il piano B che coinvolge la Protezione civile e al sanità militare che potrebbero in breve allestire spazi e ospedali da campo per quarantene e controlli. I dipartimenti di prevenzione delle Asl sono deputati a sorvegliare i percorsi e i contatti di eventuali contagi.
Quanto ai Comuni, scuole, servizi valgono le linee guida nazionali che in zone non epidemiche (come in Campania) non prevedono chiusure. Il fai-da-te dei sindaci è vivamente sconsigliato. Il presidente della giunta chiede ai sindaci di «non procedere con atti unilaterali, ma di comunicare immediatamente situazioni o casi sospetti. La chiusure di scuole, a Buccino nel Salernitano, a San Giuseppe Vesuviano (Napoli) e altre non seguono le linee guida che però non sono atti autoritativi». Le manifestazioni sportive come la partita del Napoli con il Barcellona si farà sebbene intensificando i controlli. Punti informativi saranno allestiti nei porti a Pozzuoli, Napoli, Salerno per informare e verificare viaggi o rientri di turisti a rischio. Per il trasporto pubblico mascherine e altri accorgimenti sono per ora immotivati e restano le raccomandazioni di igiene delle mani e altre regole generiche. Diverso il discorso per il personale medico di prima linea della rete dell'emergenza: qui le precauzioni sono al massimo livello. «L'ospedale Cotugno può effettuare 100 tamponi faringei al giorno per la positività al Coronavirus e di mascherine ne abbiamo 500mila. Possiamo girare mascherati per un anno in tutta la Regione Campania». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino