Coronavirus a Napoli, primo infermiere contagiato all'ospedale Cotugno

Coronavirus a Napoli, primo infermiere contagiato all'ospedale Cotugno
L. R. 46 anni, è il primo infermiere positivo al Coronavirus del Cotugno. In forze alla terza divisione di infettivologia diretta da Vincenzo Sangiovanni, è stato...

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L. R. 46 anni, è il primo infermiere positivo al Coronavirus del Cotugno. In forze alla terza divisione di infettivologia diretta da Vincenzo Sangiovanni, è stato ricoverato nello stesso reparto in cui presta servizio dopo aver manifestato i sintomi del virus. È risultato positivo al tampone. Le sue condizioni sono buone. Al Cotugno solo un medico in pensione, impiegato come volontario nelle prime ore dell’epidemia, si era finora infettato. La rigide procedure di controllo e separazione dei percorsi hanno fin qui garantito il personale. «Ma può sempre capitare un caso di contagio», dicono dalla direzione sanitaria. «Le difficoltà al Cotugno si creano solo quando arrivano dall’esterno autoambulanze dal territorio o da altri presidi - avverte un infermiere rappresentante dei lavoratori per la sicurezza - il 5 marzo scorso segnalammo il trasporto di un paziente dal Cto in barella all’interno della struttura in cerca di un posto letto disponibile utilizzando ascensori e corridoi non abilitati al passaggio dei pazienti infetti e contaminando l’intero percorso che prevede il passaggio di pazienti, operatori sanitari, lavoratori in genere e utenti. Bisogna creare e rispettare protocolli e percorsi protetti per la salvaguardia della salute di tutti». 

 
Meno rosea la situazione al Monaldi, dove in Medicina interna si segnala il ricovero di vari casi di pazienti per altre patologie inizialmente negativi al tampone e poi rivelatisi affetti da Covid-19, di cui uno poi deceduto al Cardarelli dopo le dimissioni per il Coronavirus. Pazienti che hanno effettuato terapie e procedure mininvasive. In quel reparto risultano positivi al Covid-19 tre infermieri e un addetto alle pulizie per cui il reparto è stato chiuso e sanificato onde evitare la disseminazione di un focolaio del virus mentre i pazienti sono stati trasferiti al Cotugno in stanze ad alto isolamento. «Alcuni di noi - avverte una dottoressa del reparto - si occupano di diagnostica cardiovascolare con eco e hanno avuto tempi di esposizione prolungati proprio con i pazienti risultati positivi». 

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Il Mattino