Coronavirus a Napoli, aiuti per i nomadi del campo rom di Barra: la solidarietà contro i pregiudizi

Coronavirus a Napoli, aiuti per i nomadi del campo rom di Barra: la solidarietà contro i pregiudizi
L'emergenza sanitaria ed economica per la diffusione del coronavirus ha generato situazioni delicate per numerose famiglie in città. Prima ancora degli aiuti messi in...

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L'emergenza sanitaria ed economica per la diffusione del coronavirus ha generato situazioni delicate per numerose famiglie in città. Prima ancora degli aiuti messi in campo dalle istituzioni molte persone bisognose sono state sostenute grazie all'incredibile solidarietà dei napoletani. In questi giorni c'è chi non dimentica gli “invisibili” come le numerose persone che vivono nei campi rom in città.


La quarantena crea ulteriori difficoltà a chi vive in condizioni di forte disagio. Lo evidenzia Antonio Romano, attivista della Caritas della periferia orientale di Napoli, che da anni segue e sostiene persone e famiglie bisognose. In questi giorni ha risposto all'appello della comunità rom del campo di Barra nel quale vivono cinquantasette famiglie: oltre duecentoventi persone di ogni età. Grazie al sostegno di parenti, amici e fedeli della parrocchia “Santa Maria delle Grazie del Felaco” di Ponticelli, Antonio è riuscito a creare dei “panieri” con beni di prima necessità. Pasta, riso, biscotti, olio, latte e altri alimenti facili da conservare. Ma anche pannolini, omogeneizzati e farmaci. Beni che arrivano anche dalle raccolte attivate nei quartieri di Napoli Est, dalle donazioni di alcuni commercianti e da altre associazioni. Antonio non nasconde il dispiacere nell'aver appreso che un negoziante della zona ha rifiutato di donare i suoi prodotti nel momento in cui ha saputo che sarebbero stati donati ai nomadi. Una triste circostanza che stona con la vicinanza dimostrata dai residenti a chi vive momenti drammatici.



C'è molto lavoro da fare per aiutare concretamente chi vive nel campo rom di Barra che esiste da più di dieci anni in un'area di circa 14mila metri quadrati a ridosso dell'autostrada e di via Mastellone. La preoccupante situazione igienico-sanitaria è stata solo parzialmente risolta con i moduli dei servizi igienici installati dal Comune e, dunque, restano necessarie la bonifica e la sanificazione. In questi giorni di quarantena il problema riguarda il sostegno alle persone: quasi tutti gli accampati - come specifica Antonio Romano - non possono accedere ai benefici attivati in queste ore in quanto non hanno la residenza.

Nei prossimi giorni, insieme ad altri pacchi con gli alimenti, ai rom saranno consegnati alcuni quaderni destinati a bambini e ragazzini del campo. Sono quelli intercettati da Paola Romano, figlia di Antonio e insegnante, grazie al supporto degli operatori di altre associazioni. Anche a distanza la scuola continua a seguirli per creare una occasione di evasione dalla solitudine di questi giorni.
 

Intanto Antonio, grazie al sostegno di numerosi collaboratori, sostiene anche alcuni residenti nei bipiani di Ponticelli, gli alloggi in amianto di via Isidoro Fuortes, e numerose altre famiglie di Napoli Est che spesso non chiedono aiuto per imbarazzo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino