Coronavirus in Campania, i medici di famiglia della Fimmg: «Cittadini prigionieri in attesa degli esiti dei tamponi»

Coronavirus in Campania, i medici di famiglia della Fimmg: «Cittadini prigionieri in attesa degli esiti dei tamponi»
«Mentre in Campania si accelera sui tamponi, con gli operatori che sul campo fanno un lavoro enorme, il numero dei cittadini posti un isolamento fiduciario aumenta sempre...

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«Mentre in Campania si accelera sui tamponi, con gli operatori che sul campo fanno un lavoro enorme, il numero dei cittadini posti un isolamento fiduciario aumenta sempre più per l’incapacità di comunicare gli esiti in tempi accettabili». Vincenzo Schiavo, segretario vicario regionale della FIMMG, non usa mezzi termini nel rilanciare la protesta di tutta la medicina generale su un sistema definito «incompleto e carente». A fronte di un aumento enorme dei tamponi effettuati, circa 7.000 al giorno (con un trend che presto porterà ai 12.000 al giorno) il sistema di comunicazione messo in campo dalle U.O.P.C. delle ASL e le piattaforme regionali non permettono di avere risposte in tempi utili. «Allo stato noi medici di famiglia - denuncia Schiavo - non siamo messi in condizione di offrire una risposta adeguata alle giuste richieste dei cittadini sottoposti a controllo».


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Per il segretario vicario regionale della FIMMG il problema che ormai non è più contenibile non è solo di ordine sanitario, ma anche economico e sociale. «Così facendo - precisa Schiavo - rischiamo di mettere in crisi centinaia di nuclei familiari e mandiamo inutilmente in fumo centinaia e centinaia di ore di lavoro. I cittadini restano infatti ostaggio di un sistema informativo del tutto inadeguato, in isolamento anche dopo un risultato negativo del tampone solo perché nei nostri sistemi non appare in tempo un referto. Ecco perché i medici di medicina generale della FIMMG richiedono ad horas la possibilità di accedere ai risultati dei tamponi effettuati, unico modo per evitare che il varo enorme messo in campo sia vanificato, e addirittura diventi controproducente».
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Il Mattino