Covid Campania, ricoveri in aumento. La Regione: servono più posti letto

Covid Campania, ricoveri in aumento. La Regione: servono più posti letto
Epidemia da SarsCov 2: a fronte all’incessante crescita dei contagi la Regione Campania torna a fare pressing sui manager di Asl e ospedali chiedendo di attuare, entro 24...

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Epidemia da SarsCov 2: a fronte all’incessante crescita dei contagi la Regione Campania torna a fare pressing sui manager di Asl e ospedali chiedendo di attuare, entro 24 ore, il Piano organizzativo della rete ospedaliera Covid programmato a luglio. Il presidente Vincenzo De Luca ha più volte chiesto - sia in riunioni faccia a faccia, sia in webinar on line, sia per il tramite del suo consigliere per la Sanità Enrico Coscioni, sia con note interne e infine ieri, con una formale circolare firmata dalla direzione Salute di Palazzo Santa Lucia - di attuare la cosiddetta fase C, di massima intensità epidemica. Un Piano già codificato e ripartito per posti letto di degenza ordinaria, di Terapia semi intensiva e di Rianimazione. Tutti i 977 posti letto teorici dovrebbero essere attivi e funzionanti nell’arco delle prossime 24 ore. L’obiettivo è fare fronte al crescente numero di richieste di ricovero, sia in trasferimento dal 118 sia da parte di pazienti che raggiungono i Covid center dotati di pronto soccorso (come il Cotugno), con le proprie gambe. 

 
Il bollettino dei nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore del resto lascia pochi margini di ottimismo: i nuovi casi arrivano a quota 431, ossia 19 in più del giorno prima ma a fronte di molti meno tamponi, scesi infatti a 4.867 (-2383). Un pessimo segnale in quanto si registra un sensibile aumento del rapporto percentuale dei positivi rispetto ai tamponi che supera tutti i picchi raggiunti a settembre e arriva a sfiorare il nove per cento. La Campania, nella settimana dal 27 settembre al 4 ottobre, aveva una media che sfiorava il sette (seconda solo alla Liguria) ma sempre con pochi casi testati per 100 mila abitanti. La linea dell’unità di crisi è sempre stata di rendere mirati i tamponi nell’ambito dei contatti dei casi indice focalizzando sul lavoro di contact tracing delle Asl che però in questa fase potrebbe non essere più così efficace come all’inizio. Il dato è che il numero dei positivi giornalieri non è masi stato così alto in Campania e a livello nazionale e si è registrato solo al picco della pandemia, intorno al 12 aprile. 

Tutto questo si riverbera in maniera diretta sul sistema ospedaliero: la fase C attuale dovrebbe prevedere 977 posti totali di cui 563 di degenza ordinaria e 204 di semintensiva. Tralasciando i 210 posti teorici di terapia intensiva (88 già attivi occupati per la metà ma su cui la pressione è bassa) la saturazione interessa le degenze ordinarie e di sub intensive che dovrebbero avere capienza fino a 767 unità. I malati ricoverati sono in totale 463 ma nessun ospedale ha posti disponibili. Mancano dunque all’appello circa 300 posti che sarà difficile vedere attivi subito. In tutte le Asl gli uffici tecnici sono mobilitati per attivare quanto programmato: al Da Procida a Salerno dovrebbero partire a giorni 100 posti, ad Ariano irpino dei 43 previsti sono quasi pronti sette di terapia intensiva, 10 di sub intensiva e 16 ordinari. Il policlinico Federico II ha attivato ieri una unità di otto posti di sub intensiva (tre già occupati), Maddaloni è arrivato alla capienza massima di 76, agli ospedali di Caserta e Benevento sono in allestimento altri 20 posti delle Covid unit che fino a luglio erano deserte e ora scoppiano di pazienti. Il padiglione Covid del Moscati, che dovrebbe arrivare a quota 78, per ora è fermo a una ventina di unità. Insomma si procede in maniera convulsa. La direttiva è fare presto e andare anche oltre la Fase C senza però indicare altri dettagli.
 

Grandi assenti sono, per ora, i Covid resort, strutture a bassa intensità assistenziale che potrebbero alleggerire la pressione accogliendo malati dimissibili, stabilizzati, ma non ancora guariti e dunque contagiosi, garantendo dimissioni potette e quarantene alleggerendo la pressione sugli ospedali e nelle famiglie. In questo scenario l’unico dato confortante è la bassa letalità di Covid 19 in Campania pur a fronte di altri indici in sensibile progressiva ascesa. I morti sono pochi sia in rapporto alla popolazione sia in base all’alto numero di casi: solo 0,7 al giorno questa settimana abbastanza stabile da un mese (contro una media nazionale di 21 e pur avendo la Campania quasi un decimo della popolazione nazionale e un ottavo degli attualmente positivi del paese). L’ultima novità riguarda la gestione delle informazioni e i rapporti con i media: l’unità di crisi ha tirato il freno alle Asl avocando a sè la funzione di fornire indicazioni alla stampa. 
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Il Mattino