Covid Campania, caccia ai posti letto anche nelle case di cura: stop ai ricoveri e agli interventi

Covid Campania, caccia ai posti letto anche nelle case di cura: stop ai ricoveri e agli interventi
Negli ospedali è come in guerra: al Cardarelli ieri non c’era più un posto libero nei reparti Covid, e mentre nelle retrovie ci si affannava a recuperane altri...

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Negli ospedali è come in guerra: al Cardarelli ieri non c’era più un posto libero nei reparti Covid, e mentre nelle retrovie ci si affannava a recuperane altri - oltre la soglia dei 130 già convertiti (40 in più di quelli richiesti dalla Regione) - al pronto soccorso decine di ambulanze erano in fila anche con pazienti in codice rosso per la polmonite. Un lavoro incessante senza contare il resto dei pazienti non Covid da assistere. Il Cardarelli è l’unico che non si ferma per sanificazioni mentre tutte le prime linee degli altri presidi sono paralizzati dal virus. La diffusione di Sars-Cpv-2 galoppa col passare dei giorni. Uno scenario comune a molte regioni ma che a Napoli e in Campania viaggia con circa sette giorni di anticipo. Nell’ultimo vertice, ieri in Unità di crisi, si è preso atto che la cosiddetta “Fase D” di attivazione di 1.650 posti letto nelle strutture pubbliche è ormai pressoché conclusa e bisogna andare oltre. Sulla carta emergerebbe una disponibilità residua di circa 350 unità di ricovero ordinario per Covid ma in realtà tutti i tentativi di trasferimento dagli ospedali periferici e della città si infrange sulla barriera del tutto esaurito. Posti risicati solo nelle aree interne. Un buon margine nei fatti esiste solo per le terapie intensive (227 posti attivati e 113 occupati) ma con questo trend non si regge a lungo. 

La Regione per questo ora volge lo sguardo ai circa 5 mila posti letto delle Case di cura accreditate: finora l’unico versante al quale i cittadini potevano rivolgersi per un ricovero medico o chirurgico non urgente. Da oggi anche su questo fronte viene tirato il freno in vista di un probabile impiego per attività legate all’assistenza dei malati di Covid-19. L’unità di crisi con una nota ufficiale ha disposto la sospensione, a far data da oggi e fino a nuova disposizione, dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici differibili e non urgenti in Case di cura private accreditate e Ospedali classificati e religiosi (Fatebenefratelli, Betania, Camilliani). Saracinesche abbassate anche per le attività ambulatoriali ad eccezione di quelle urgenti, di dialisi, di radioterapia e oncologiche o chemioterapiche. A stretto giro è previsto un vertice con i rappresentanti di categoria (Aiop) con cui stabilire le modalità di accesso e remunerazione. La condizione è che i pagamenti siano assicurati per le prestazioni effettivamente rese (non per l’inutilizzo come nel lockdown) e solo laddove siano assicurate attività di primo soccorso. In regime di budget esauriti per la specialistica e con la chiusura di tutti gli ambulatori delle strutture di ricovero pubbliche e private, i pazienti non Covid dove si curano? Urge dunque finanziare prestazioni ambulatoriali ulteriori rispetto ai tetti di spesa esauriti e garantire l’assistenza in strutture e percorsi deputati ai malati non Covid. 

Intanto al Covid Center dell’Ospedale del Mare sono in corso di attivazione ulteriori 10 posti di terapia intensiva (si arriva a 16 su 72 programmati di cui 5 occupati) mentre al day surgery dell’ospedale, recentemente convertito per l’accoglienza dei pazienti Covid, sono stati attivati 8 posti letto di terapia subintensiva (tutti liberi) e 40 di degenza che con cinque arrivi ieri sfiorano di nuovo la capienza massima (uno solo disponibile). Tutto esaurito da settimane anche il Covid Center dell’ospedale Loreto Mare che ha capienza per un solo malato. Aumentano infine anche i positivi asintomatici in degenza al Covid Residence dell’Ospedale del Mare, realizzato per permettere di trascorrere il periodo di quarantena o le dimissioni protette dagli ospedali. Sono per ora 6 le stanze occupate su 42 a uso singolo o per due conviventi. E dal 28 ottobre, fa sapere la Asl, si raddoppia con altre 42 stanze. 
 

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Il Mattino