Covid 19: il bollettino giornaliero, che in Campania da settimane fa registrare picchi di nuovi casi, nonostante la prevalenza di contagi asintomatici, si riverbera ora sul numero...
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La Campania per rispondere al meglio all’impennata di ricoveri (a quota 417) ha potenziato l’attuale rete dell’offerta sanitaria ospedaliera e territoriale. È stata operata una rapida riprogrammazione e riorganizzazione del fabbisogno e delle disponibilità di posti letto in area intensiva e sub intensiva. Il numero dei posti letto di terapia intensiva è stato portato a 834 unità, rispetto ai 621 inizialmente programmati. I posti letto inseriti nelle strutture modulari, la cui dotazione complessiva è di 120 unità, sono stati inseriti tutti nella programmazione del fabbisogno. Nel mese di settembre in Campania si è passati da 143 ricoverati con sintomi al 1 settembre, per giungere a 415 al 29 settembre. Quelli in terapia intensiva, nello stesso periodo, sono passati da sei a 35. Dati che si commentano da soli. Una progressione dei focolai perlopiù innescati della braci tornate dai viaggi all’estero contro cui l’unità di crisi sta cercando di mettere in campo misure di «spegnimento» che passano per le nuove ordinanze restrittive, come quella relativa all’obbligo delle mascherine, alla stretta sui controlli in aeroporto e ora le misure sulla movida e sulla ristorazione.
L’aumento dell’incidenza dei casi tuttavia non può essere attribuito solo all’importazione dall’estero od all’aumento delle attività di screening. L’82,4% delle infezioni diagnosticate e segnalate, infatti, è avvenuto sul territorio regionale nelle ultime due settimane. Bisogna, pertanto, mantenere alto il livello d’attenzione e di controllo. Il rispetto delle misure di prevenzione raccomandate dalle autorità sanitarie, il corretto uso della mascherina e il distanziamento sociale sono cruciali ed ineludibili per contrastare la diffusione dell’infezione. La maggiore crescita nelle regioni è avvenuta nel Lazio, in Campania e in Lombardia, sebbene in Campania si registri la maggiore percentuale di positivi rispetto al numero dei tamponi processati: il 5,8% rispetto alla media nazionale del 2,9%. Cresce anche l’età media dei nuovi casi, 41 anni, di cui: il 53% maschi e il 47% femmine.
Ieri a Napoli sono stati 103 i nuovi positivi di cui 51 emersi da tamponi eseguiti a domicilio dalle Usca e tutti contatti stretti di precedenti positivi, altri 13 relativi a tamponi eseguiti su malati sintomatici su richiesta dei medici di medicina generale su cui sono in corso i tracciamenti degli ulteriori contatti, 8 sono il frutto di screening sierologici privati e successivo tampone al rilievo degli anticorpi anticoronavirus (tutti asintomatici e con approfondimenti sui contatti stretti in corso) ancora l’esito di screening di viaggiatori di rientro (ormai residuali) in questo caso di ritorno dalla Francia ma a preoccupare sono i 30 positivi per i quali è in corso un approfondimento dettagliato sia per risalire alle motivazioni che hanno generato la necessità di eseguire tampone sia per individuare contatti stretti. Allo stato alcuni dei numeri rilasciati non sono ancora raggiungibili.
Ma ciò che desta maggiore attenzione è la crescita dei ricoveri ordinari (+ 95%) e di quelli in terapia intensiva (+ 450%). Degli attuali positivi il 92% è per lo più asintomatico, il 7% è in regime di ricovero ordinario e il restante 1% è in terapia intensiva. Nelle ultime 3 settimane, quindi, la Campania ha raggiunto velocemente i valori medi nazionali della prima ondata e potrebbe ulteriormente aumentare nei prossimi giorni a causa della riapertura delle scuole e dell’avvio della stagione autunnale ed epidemia di influenza. L’unico dato confortante è la mortalità che resta inferiore a quella nazionale.
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Il Mattino