È frutto dei tamponi di screening - quelli consentiti dal 3 settembre scorso dall’unità di crisi regionale anche nell’ambito delle aziende private...
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Già dall’inizio della prossima settimana il centro riaprirà i battenti e continuerà in sicurezza le attività di riabilitazione e fisioterapia svolte in accreditamento con il Servizio sanitario regionale. Il personale in quarantena sarà rimesso in servizio solo alla negativizzazione al virus con l’evidenza di due tamponi consecutivi effettuati a distanza di 24 ore entrambi negativi. Una procedura di sicurezza messa in atto in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private campane in cui si individuino casi, tra personale e degenti, ai test e controlli di screening.
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«Sono procedure e circostanze che si possono definire normali nella attuale fase di convivenza con il virus - fanno sapere dalla Asl Napoli 1 - stiamo effettuando indagini epidemiologiche approfondite insieme al fine di individuare i contatti stretti e procedere alle azioni di tracciamento». Tutte azioni tese dunque ad evitare che il virus scorra sottotraccia alimentando contagi asintomatici fino a colpire persone suscettibili. «Facciamo gli screening compreso il sierologico ogni mese a tutto il nostro personale - avverte Maurizio Volpicelli, tra i dirigenti della struttura - siamo impegnati a sottoporre a tampone tutto il personale. All’esito di questa operazione riapriremo in sicurezza. Si tratta di una sospensione momentanea come accade nei pronto soccorso pubblici o nei reparti degli ospedali. I positivi sono asintomatici e averli individuati è la prova della funzionalità ed efficacia dei controlli che abbiamo messo in atto. Anche per il tracciamento dei contatti dei positivi stiamo collaborando attivamente con gli uffici della Asl».
La possibilità di effettuare tamponi in laboratori privati mira a potenziare le attività di contact tracing, ad aumentare la sorveglianza sanitaria e a garantire le aziende private, del tessuto produttivo regionale, nella possibilità di accedere rapidamente ai test molecolari di screening dei propri dipendenti. Resta invece, per ora, preclusa la facoltà di effettuare un tampone in centri privati da parte di cittadini che ritengano di doverlo fare pagando di tasca propria. «Se la norma concedesse anche ai privati di rivolgersi a laboratori attrezzati - dice Arturo Improta, titolare dei centri Medicina Futura - se ne gioverebbe l’intero impianto epidemiologico regionale senza costi ulteriori per le casse pubbliche». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino