Coronavirus a Napoli, il «Panaro solidale» finisce sul presepe settecentesco

Il panaro solidale
Anche in tempo di Covid-19 la celebra strada dei decumani, conosciuta  in tutto il mondo per le sue botteghe artigiane dei maestri presepiali, fa parlare di se. A San...

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Anche in tempo di Covid-19 la celebra strada dei decumani, conosciuta  in tutto il mondo per le sue botteghe artigiane dei maestri presepiali, fa parlare di se. A San Gregorio Armeno  il presepe napoletano è una vera e propria tradizione che resiste da generazioni nonostante gli stravolgimenti sociali e tecnologici che caratterizzano gli ultimi decenni.


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Spesso ad opera dei maestri presepiali finiscono sul presepe personaggi della politica, dello spettacolo e della cultura. Questa volta in tempo di coronavirus a finire sul presepe è stato il “panaro solidale”, l’iniziativa di solidarietà verso chi ora più di prima è in serie difficoltà per procurarsi un piatto caldo o la spesa per la casa. L’iniziativa del “panaro solidale” è stata  promossa nei vicoli dei decumani dall’artista Angelo Picone, conosciuto come ‘O capitano e da sua moglie Perzechella.

Il maestro artigiano Michele Buonincontro, a realizzato a casa, perché la sua bottega presepiale di via San Gregorio Armeno è chiusa per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria, come da disposizioni del DPCM, una scena del presepe classico napoletano, per rappresentare la bella iniziativa che ha messo in mostra il gran cuore e lo spirito di solidarietà del popolo napoletano. Nella scena, realizzata rigorosamente con figure che si rifanno a quelle del ‘700 napoletano:  il classico “panaro” napoletano in cui sono posti cibo come pane,formaggi etc, a disposizione dei poveri e delle persone che vogliono donare con la scritta «chi può metta...chi non può prenda....».

«La speranza che fra un po’ tutta questa emergenza sia solo un brutto ricordo - commenta Michele Buonincontro -  appena l’attività riprenderà, produrrò delle miniature di questa scena per far sì che questa lodevole iniziativa del popolo napoletano possa rimanere come ricordo di questi giorni».

 
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Il Mattino