Coronavirus a Napoli, spazzini in malattia e città sommersa dalla spazzatura

Sono sempre di più gli operatori Asia che, dopo la morte del loro collega lo scorso 18 Marzo, hanno scelto di mettersi in malattia per paura di contrarre l’infezione...

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Sono sempre di più gli operatori Asia che, dopo la morte del loro collega lo scorso 18 Marzo, hanno scelto di mettersi in malattia per paura di contrarre l’infezione da coronavirus. Una serie di assenze – soprattutto tra gli ultrasessantenni – che hanno creato non pochi problemi e disagi, soprattutto nelle aree del centro storico.

È il caso ad esempio di Porta Capuana o di Piazza Enrico de Nicola, dove la quantità di rifiuti ha scatenato l’ira dei cittadini.
 
«Abbiamo di nuovo cumuli di spazzatura agli angoli delle strade – dichiara Armando Simeone del comitato “Lenzuola bianche” – ed in alcuni casi siamo costretti a camminarci sopra. Gli spazzini sono ridotti e quasi non passano più. I marciapiedi sono invasi e nei giorni scorsi abbiamo igienizzato da soli la strada, per evitare l’assalto di topi ed altri animali. Siamo già in emergenza sanitaria e l’ultima cosa che vorremmo affrontare è un nuovo allarme rifiuti».
 
Un momento non facile anche per il presidente di Asia Maria De Marco che da diversi giorni, è costretta a fare i conti con la paura dei propri dipendenti: «È una situazione comprensibile – afferma – ma allo stesso tempo ingiustificata. Adesso ci sono guanti e mascherine, un’assicurazione sul rischio contagio ed abbiamo anche ridotto i contatti. Ma a quanto pare non basta. Dobbiamo andare avanti nonostante le difficoltà e non è semplice. Quando siamo stati costretti a bloccare un intero turno a Scampia abbiamo avuto ritardi nei prelievi, ma abbiamo intensificato gli aiuti tra i vari centri dislocando camion ed equipaggi da altri distretti. Ora stiamo cercando di fare una cosa simile per non lasciare nessuna zona scoperta, perché mai come ora è necessario non abbassare la guardia».
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Il Mattino