Coronavirus, polizia senza mascherine in provincia di Napoli: la denuncia del Coisp

Coronavirus, polizia senza mascherine in provincia di Napoli: la denuncia del Coisp
Mentre l’OMS si affaccia già alla fase 2 esprimendosi in merito all’utilizzo costante o meno  delle mascherine in ambiente aperto, mentre a Napoli il...

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Mentre l’OMS si affaccia già alla fase 2 esprimendosi in merito all’utilizzo costante o meno  delle mascherine in ambiente aperto, mentre a Napoli il presidente della Regione Vincenzo De Luca festeggia il completamento dei lavori del nuovo Ospedale COVID e numerose Aziende donano mascherine al personale sanitario, scortate rigorosamente da personale della Polizia di Stato, il paradosso assume peculiarità nel fatto che proprio i poliziotti partenopei sono costretti a lavorare senza mascherine ed altri dispositivi di sicurezza, quasi come se fossero considerati immuni dal contagio.


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Eppure i dati nazionali dimostrano che non è così. Quest’aspra battaglia è stata affrontata, sin dall’inizio dell’epidemia, proprio dal sindacato di polizia Coisp, il cui Segretario Generale Provinciale Giuseppe Raimondi, così si esprime in merito: «A tutt’oggi, in Italia,  sono più di 5mila gli agenti di Polizia che hanno trascorso un periodo di quarantena a causa del covid-19. Tra di loro circa 430 sono risultati positivi al virus, di cui 9 solo in Campania dei quali almeno 3 a Napoli,  e disgraziatamente 2 sono deceduti. Dati questi, che confermano che i poliziotti non sono assolutamente immuni dal contagio, tutt’altro. Se il dato non è così allarmante è solo ed esclusivamente grazie al fatto che gli stessi poliziotti hanno provveduto, a proprie spese, all’acquisto dei DPI.  Sono ormai mesi, esattamente dal 23 febbraio, che come Organizzazione Sindacale rappresentante dei poliziotti, denunciamo al Questore di Napoli la carenza cronica anche solo dei più blandi  dispositivi di sicurezza,  fra cui mascherine chirurgiche e guanti monouso, senza fra l’altro ottenere risposta alcuna in merito alle nostre rimostranze. Tant’è che, a tutt’oggi, numerosissimi sono i poliziotti partenopei che continuano a lavorare in scarse condizioni di sicurezza per la salute, loro e dei propri familiari, nonostante le varie denunce inoltrate finanche in Procura. Già dalla partita Napoli-Barcellona – continua il sindacalista – del febbraio scorso, fu chiesta la consegna immediata e tempestiva dei dispositivi di sicurezza ai poliziotti, quindi ancor prima che si giungesse alla fase più acuta dell’epidemia che la stessa OMS dichiarò poco dopo pandemia. Il paradosso sta proprio nel fatto che mentre si inaugurano ospedali nuovi per l’emergenza covid, mentre si parla già di fase 2, per la quale si prevede l’utilizzo costante da parte di tutti almeno delle mascherine chirurgiche e guanti monouso, a Napoli i poliziotti sono ancora nella fase zero. Non sono mancate lodevoli iniziative da parte di qualche  commerciante  pronto  a far  dono di questi dispositivi ai poliziotti napoletani, ai quali va il nostro sentito ringraziamento, ma è una solidarietà che se da un lato è stata apprezzata, dall’altro ci fa sentire umiliati da una Questura matrigna che, nonostante potesse provvedere nei tempi giusti, ha ignorato il grido di sofferenza dei propri figli mandandoli al patibolo, come carne da macello.  Tutto questo avrà sicuramente un seguito che porterà a dimostrare quanto affermato nelle sedi giudiziarie competenti. Fin’ora è andata fin troppo bene ma sfidare la sorte ad oltranza porterà solo dolore e sofferenza a chi giornalmente, per il forte senso del dovere, continua a scendere in strada garantendo, seppur in assenza ormai quasi totale di mezzi di contrasto al virus, sicurezza e rispetto delle regole. Nonostante tutto i poliziotti ci saranno sempre». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino