Coronavirus a Napoli, muore bidello e sui social dilagano le fake news: «Ponticelli zona rossa»

Coronavirus a Napoli, muore bidello e sui social dilagano le fake news: «Ponticelli zona rossa»
Audio e catene corrono velocemente nelle chat e nei gruppi di whatsapp descrivendo focolai di coronavirus a Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli. Messaggi nei...

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Audio e catene corrono velocemente nelle chat e nei gruppi di whatsapp descrivendo focolai di coronavirus a Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli. Messaggi nei quali si fa riferimento a misure restrittive che le autorità starebbero mettendo in campo per creare una “zona rossa” ad hoc utile ad arginare il rischio di contagio. Tutto falso e, dunque, nulla corrispondente al vero. Al momento, infatti, non esistono decreti e ordinanze in questo senso ma, ovviamente, restano validi i provvedimenti che impongono la quarantena e permettono l’uscita da casa solo in casi di stretta necessità.


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I messaggi si sono fatti particolarmente insistenti dopo il decesso di un uomo molto conosciuto nel quartiere e che lavorava come collaboratore scolastico in una scuola nella zona centrale di Ponticelli. A. C. è morto la notte tra domenica e lunedì scorsi a 56 anni - compiuti da pochi giorni - dopo il ricovero in ospedale di una settimana esatta. Come specifica la figlia, G. C., l'uomo è risultato positivo al COVID-19 ma non era mai entrato in terapia intensiva e non soffriva di patologie particolari. L'ultimo saluto con lui, attraverso il telefono, giusto quattro ore prima della scomparsa.
 
Il 56enne era conosciutissimo in zona: presto avrebbe ottenuto un contratto da collaboratore scolastico uscendo dal precariato. La figlia si dice disgustata dalla cattiveria di chi ha realizzato i messaggi contro suo padre e contro la sua famiglia accusandoli di essere degli «untori» e smentisce il fatto che si sia svolta una riunione in occasione della festa del papà. É sua volontà denunciare nel rispetto dell'onore e della memoria del parente compianto. «Era un lavoratore instancabile» dice G. e chi ha creato gli audio «sono persone cattive che non rispettano il dolore degli altri». Anna Ferrara, parente del defunto, si dice contrariata delle diffamazioni di cui sono stati vittime suo cugino e la sua famiglia. Ferrara, attivista antiracket del quartiere, annuncia una querela alle persone che stanno facendo girare gli audio. «Fateci stare nel nostro dolore» dice esternando la rabbia. Chi ha creato gli audio è «la melma di questo territorio ed è per questo che le cose non miglioreranno mai».

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Smentite anche le false notizie in merito al “focolaio” di coronavirus che si sarebbe sviluppato nella zona al confine tra il quartiere Ponticelli e il Comune di Cercola. Una serie di informazioni inesatte sono state fatte girare in queste ore creando panico e preoccupazione tra i residenti. Una situazione non facile da gestire tanto che la giunta della VI municipalità (Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio), in un post sulla pagina Facebook istituzionale, ha dovuto precisare che «la presenza di casi accertati non trasforma automaticamente gli stessi in focolai» e ha invitato a «continuare ad adottare ogni forma di isolamento domiciliare della cittadinanza, così come previsto dai decreti ed ordinanze nazionali e regionali attualmente in vigore». Il presidente Salvatore Boggia precisa di aver chiesto all'assessore comunale con delega al salute Francesca Menna di conoscere la puntuale situazione in merito ai contagi rilevati sul territorio e di essere messo a conoscenza preventivamente di eventuali azioni che saranno intraprese prossimamente. Intanto l'esponente della municipalità di Napoli Est ha chiesto ulteriori interventi di sanificazione e maggior controllo delle strade.


Maggiori controlli sono richiesti anche da cittadini del quartiere di Napoli Est visti gli assembramenti di persone che si verificano in più punti, specie nei pressi delle tabaccherie e degli uffici postali. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino