Corruzione, archiviata l'indagine sul capo ispettori del lavoro di Napoli

Corruzione, archiviata l'indagine sul capo ispettori del lavoro di Napoli
Il gip di Avellino Fabrizio Ciccone ha deciso di archiviare il procedimento penale nei confronti di Renato Pingue, capo dell'Ispettorato interregionale del lavoro di Napoli...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il gip di Avellino Fabrizio Ciccone ha deciso di archiviare il procedimento penale nei confronti di Renato Pingue, capo dell'Ispettorato interregionale del lavoro di Napoli coinvolto in un'inchiesta anti corruzione della Procura di Avellino risalente ad alcuni anni fa (2016), quando Pingue ricopriva la responsabilità di direttore provinciale facente funzioni della sede di Avellino. Insieme con Pingue finirono sotto inchiesta anche altre sei persone: Luigi Iannaccone, Giovanni Attanasio, Mario Della Sala, Giuseppina De Rosa, Gerardo Capaldo e Luca Pingue.

L'alto dirigente ministeriale dell'Ispettorato Interregionale del Lavoro di Napoli venne arrestato il 9 novembre 2018, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, con l'accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio in concorso con un importante imprenditore irpino. Qualche giorno dopo, il 16 novembre, il gip revocò gli arresti e dispose nei confronti di Pingue una sospensione dal pubblico esercizio della durata di nove mesi.

LEGGI ANCHE Corruzione, revocati gli arresti al capo dell'Ispettorato del lavoro

Oggi, a distanza di quasi due anni da quei fatti, il gip ha accolto la richiesta del pubblico ministero e ha rigettato l'opposizione presentata dai legali del sindacato Usb «non essendo», si legge nell'ordinanza, «all'esito delle indagini svolte, emersi elementi idonei per un utile esercizio dell'azione penale nei confronti degli indagati in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti». 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino