Una lunga fila di giacigli fatti con coperte, materassi e cartoni che emanano un odore pestilenziale, stormi di piccioni che si precipitano per ripulire la strada dagli avanzi di...
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Poche settimane fa destarono scalpore le immagini dei turisti in visita costretti a scendere dai bus nel bel mezzo di un accampamento improvvisato. Oggi a scatenare la rabbia dei cittadini napoletani è l'immobilismo istituzionale di fronte ad un problema, quello dei bivacchi a cielo aperto, che meriterebbe ben altra attenzione e, soprattutto, ben altri sforzi.
La presenza di un gran numero di clochard che vivono in un totale stato di abbrutimento, abbandonati completamente dalle istituzioni, fa gridare allo scandalo anche altre zone della città. Sui social - e dai social direttamente alle scrivanie degli assessori competenti - piovono le immagini di piazza Cavour, via Morelli, corso Novara o via Gianturco trasformate in bivacchi. Sintomo sempre più evidente del fallimento delle politiche sociali in città. Se è vero che non è possibile costringere i clochard a trovare rifugio nei centri d'accoglienza presenti in città, è altrettanto vero che è impossibile costringere interi pezzi di città a rassegnarsi ad un vergognoso stato di cose che fa disonore ad una città che ha sempre sbandierato ai quattro venti la sua vocazione all'accoglienza degli "ultimi".
«Questa amministrazione ci ha abituati a dichiarazioni altisonanti circa l'accoglienza e la solidarietà - tuona Adelaide Dario del Comitato Vasto-Nolana Progetto Napoli - ma i fatti sono ben diversi dalle dichiarazioni del sindaco di Napoli. Loro vaneggiano di accoglienza, ma la realtà è che ci sono centinaia di persone abbandonate al loro destino. Corso Novara è diventato una discarica a cielo aperto, dove si accampano decine di clochard che fanno bisogni in strada. Qualcuno, in palese malafede - ha proseguito la storica attivista - vuole gettare sui residenti del Vasto e di piazza Garibaldi sospetti di razzismo. Noi cittadini abbiamo dimostrato più volte di essere aperti all'accoglienza, la nostra è una battaglia di civiltà in difesa del nostro decoro e del decoro di queste povere anime costrette a vivere ai margini della società. Poche settimane fa - continua - avevamo denunciato questa situazione. Una situazione che è notevolmente peggiorata nel tempo, a ennesima riprova che a questa amministrazione non interessa ne il destino dei tanti senza fissa dimora e ne dei residenti di questo martoriato territorio».
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Il Mattino