Covid a Napoli, morta mamma no vax: «Mia moglie uccisa da errori dei medici»

Covid a Napoli, morta mamma no vax: «Mia moglie uccisa da errori dei medici»
Alfonso Vozza, 30 anni, è arrabbiato, avvilito, devastato dalla recente scomparsa della moglie Palma Reale, 28 anni, madre di quattro figli, il cui ultimo dato alla luce...

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Alfonso Vozza, 30 anni, è arrabbiato, avvilito, devastato dalla recente scomparsa della moglie Palma Reale, 28 anni, madre di quattro figli, il cui ultimo dato alla luce poco prima di morire. La prima figlia ha cinque anni, poi due gemelli di tre. Palma è morta per Covid subito dopo il parto al Policlinico Federico II di Napoli. Ma prima era stata ricoverata e dimessa dall'ospedale di Caserta, il cui manager Gubitosa ha aperto un'inchiesta interna per appurare l'accaduto. 

Come è iniziato questo calvario?
«Mia moglie è risultata positiva al Covid quando il 18 agosto scorso ci siamo rivolti al pronto soccorso di Caserta per alcuni dolori pelvici e in altre parti del corpo. Dal nosocomio casertano, però, è stata dimessa: non c'erano parametri per ricoverarla. Poi i sintomi sono peggiorati. Da casa ho chiamato più volte il 118 ma gli operatori non avevano rilevato sintomi tali da rendere necessario un trasferimento in ospedale. Poi, in ultimo, la decisione di portarla al Policlinico Federico II, struttura abilitata a curare donne gravide positive al Covid».

E poi cosa è accaduto?
«In questa struttura Palma ha partorito il nostro quarto figlio, per fortuna negativo al Covid, e dopo poco è morta. Mi sembra un incubo, tutto così assurdo».

Chi vi è stato vicino?
«Parenti e amici, siamo originari di San Prisco in provincia di Caserta, da luglio vivevamo a Liberi, il cui sindaco Antonio Diana ci ha offerto aiuto e sostegno nelle ultime settimane difficili per mia moglie, all'ottavo mese e mezzo di gravidanza».

Cosa è andato storto?
«Tutto. All'ospedale di Caserta hanno fatto solo una visita ginecologica. Pur sapendo che era risultata positiva non hanno approfondito e ci hanno mandato a casa. Avrebbero potuto trasferirci in una struttura che potesse curarla, adatta alle donne gravide positive, ma niente».

E quindi quando è tornato a casa con Palma cosa ha fatto?
«Non sapevo assolutamente cosa fare, di lavoro faccio l'elettricista, non ho alcuna competenza medica ovviamente. Mi sono ritrovato con mia moglie che stava male e peggiorava ma nessuno si decideva a ricoverarla».

Poi? È vero che sua moglie aveva avuto bisogno dell'ossigeno in casa?
«Sì. Tra le altre cose lei aveva problemi a respirare e anche a stare in piedi. Aveva dolori ovunque. Restava a letto. Abbiamo chiamato il 118 ma niente: hanno sempre detto tutto a posto. Ma evidentemente non era così perché si vedeva ad occhio che le sue condizioni peggioravano».

Lei e sua moglie vi siete vaccinati contro il Covid?
«Che significa? Se una persona non è vaccinata non deve ricevere le cure necessarie? Non trovo giusto che si debbano lasciare in bilico due persone, una donna e il suo bimbo, solo perché non vaccinate. Mia moglie doveva essere trasferita in una struttura dedicata, specializzata».

Ha ricevuto qualche accusa in questo senso? Le hanno detto qualcosa circa la vaccinazione anti Covid?
«Non apertamente. Ma sento vociferare sul fatto che mia moglie non fosse vaccinata. Io credo che vaccino o no, lei doveva avere tutte le cure necessarie alla soluzione del suo caso. Non è un problema di vaccino. È un problema di assistenza. Avremmo dovuto ricevere un altro trattamento».

Cosa farà adesso?
«In realtà ho già fatto. La salma di mia moglie ora è a Giugliano per l'autopsia. Mi sono rivolto a tre avvocati e voglio giustizia, ma non per me, per i miei figli, ne hanno diritto».

Ora dovrà affrontare da solo la loro educazione e la loro crescita?
«Sì. Ho mia madre che mi aiuta, ma sono tutti piccoli. L'ultimo non ha mai conosciuto la madre. La più grande ha cinque anni. Ma venderò la casa dove stiamo, a Liberi. Non posso stare solo e ho bisogno di vivere vicino a mia madre per avere il suo aiuto».

Cosa si aspetta da un eventuale processo?
«Giustizia. Non mi interessano i soldi. Non è quello il mio obiettivo. I medici del pronto soccorso, però, devono avere mia moglie sulla coscienza e devono rispondere degli errori commessi».

Non ha mai avuto dubbi su una eventuale denuncia?


«No. Ho subito messo in moto la macchina giudiziaria. Non ho voluto aspettare. La mia vita come quella dei miei figli è distrutta. Qualcuno dovrà dare conto delle proprie azioni».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino