Stop ai locali per Covid, ma la movida non si ferma: a Napoli scene di caos e pochi controlli

Stop ai locali per Covid, ma la movida non si ferma: a Napoli scene di caos e pochi controlli
Deflagra la movida del sabato sera. Assembramenti clamorosi dal centro storico a Chiaia, dove i baretti sono blindati ma piazza Amendola, davanti al liceo Umberto, è presa...

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Deflagra la movida del sabato sera. Assembramenti clamorosi dal centro storico a Chiaia, dove i baretti sono blindati ma piazza Amendola, davanti al liceo Umberto, è presa d’assalto dagli studenti per il ritrovo serale, a poche ore dalla Dad indetta da De Luca. Nel giorno in cui il Governo conferma le restrizioni anti-Covid, col virus tutt’altro che indebolito, migliaia di giovanissimi partenopei non rinunciano alla festa e all’alcol del weekend fino almeno alle 22, anche se l’asporto è consentito solo fino alle 18. Schiamazzi e cori da stadio in piazza Bellini, insulti e invocazioni di presunta «libertà» alla polizia, le scale di Santa Chiara trasformate in una discoteca, situazione definita «inaccettabile - dice Gennaro Esposito del comitato Vivibilità Cittadina -. I giovani si stanno mostrando irresponsabili, e se la piazza “anti-restrizioni”, San Giovanni Maggiore Pignatelli, è controllata, si assembrano nei vicoli di Calata Trinità Maggiore, largo Doria, vico Carrozzieri e Monteleone. Faccio un appello ai genitori dei ragazzi: queste cose vanificano gli sforzi delle istituzioni nel contenere il virus e la dad stabilita da De Luca». 

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La pandemia non esiste per migliaia di giovani napoletani che, spesso senza mascherina, si sono riversati nelle strade, e che hanno imparato ad aggirare le restrizioni. Se, come ieri, la polizia controlla piazzetta dell’Orientale, la movida si sposta verso piazza del Gesù e Bellini. Mentre via Partenope e i baretti di Chiaia sono presidiati dalle forze dell’ordine, piazza Amendola è gremita di liceali. Stesso leitmotiv di giorno: tra via Scarlatti e via Luca Giordano regnano gli assembramenti. Come da regolamento, bar e ristoranti possono restare aperti per asporto fino alle 18 e fino alle 22 per delivery, ma sono sempre chiusi al pubblico per la somministrazione. Eppure, la movida si è intensificata dopo le 18, complici distributori alcolici, mini-market o supermercati, oltre a qualche gestore che non rispetta le regole (a fronte di tanti che le rispettano). Folla anche in via Falcone, con la movida del pomeriggio. Ma cittadini di ogni età faticano a reggere le restrizioni e hanno affollato via Scarlatti e via Luca Giordano. «Se altrove sono arrivati transennamenti – commenta Gennaro Capodanno del Comitato Valori Collinari – Qui non ci sono controlli e c’è approssimazione riguardo al virus. Una zona “franca” del Covid». 


Sul fronte sciopero fiscale, ieri il Mef ha annunciato la proroga dei termini per i versamenti relativi alla rottamazione-ter e al “saldo e stralcio” per le rate del 2020 e la prima del 2021, e acceso la speranza tra le associazioni di categoria napoletane per il differimento della Tari in scadenza domani. La «Tari – avvertono però le associazioni – non è nominata dal Mef». Palazzo San Giacomo, intanto, è al lavoro per provare a differire l’imposta, ma «le cattive finanze del Comune di Napoli – spiega Marco Pantano, presidente della Confederazione Imprese e Professioni – incidono negativamente sulla vicinanza alle attività commerciali. Iva, Irpef, Irap, multe, contributi previdenziali: il Governo ha differito le cartelle esattoriali di Equitalia in scadenza il primo marzo – prosegue Pantano – Quanto alla Tari, comunale, il discorso è un po’ diverso, e in merito l’Anci a luglio 2020 si era fatta portavoce del differimento della rata. Perciò sorprende che oggi non sia menzionata chiaramente la proroga della Tari, ma il segnale può essere letto anche in positivo: come una apertura sul differimento. È grave l’assenza di sgravi alle aziende in funzione della produzione di indotto e immondizia: un supermercato, che nel 2020 ha incassato di più, paga lo stesso importo del 2019. Un ristorante, i cui incassi sono crollati dell’80%, paga solo il 10% in meno». «Serve una proroga fino al 30 settembre – osserva Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania – O ad aprile saremo punto e accapo». «Il provvedimento annunciato dal Mef sospende le cartelle esattoriali, ma non riguarda direttamente la Tari – conferma Pasquale Russo, direttore di Confcommercio Campania – Dovrebbe poi seguire un atto del Comune che disponga un differimento dell’imposta. Per risolvere davvero la questione servirebbero un sussidio del Governo, come con la Cosap. O il Comune dovrebbe rinunciare alla Tari».
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Il Mattino