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Hanno deciso di mettere al servizio della popolazione la loro esperienza di medici in prima linea ma, questa volta, non lo faranno in un reparto. Sono gli 85 camici bianchi napoletani che qualcuno ha chiamato «angeli del vaccino» perché, volontariamente e gratuitamente, hanno messo in campo «un servizio dalla valenza sociale». Il gruppo di dottori, quasi tutti in pensione, ha ideato e attivato un call center «per fornire informazioni mediche sulle vaccinazioni anti-Covid e su tutte le problematiche connesse». L'idea dei medici è stata realizzata grazie alla partnership e alla collaborazione con l'Ordine dei medici di Napoli e l'Asl Napoli 1 Centro. L'obiettivo è quello di sensibilizzare e orientare la cittadinanza sulla campagna vaccinale. Ma, anche da questo osservatorio, via telefono, stanno emergendo criticità e paure.
«Molte persone chiedono chiarimenti sulla possibilità di fare il vaccino per le loro patologie», spiegano Antonio Balzano, Antonio Correra e Ciro Florio, i tre medici ideatori del servizio che sta mettendo in luce anche «una grande carenza di informazioni e di servizi di affiancamento agli utenti».
Il call center, che consente un filo diretto con specialisti ed ex primari, attraverso il numero verde 800954427, è attivo dal 22 marzo e impegna quotidianamente 5 medici, ciascuno risponde a una linea telefonica operativa dal lunedì al venerdì, dalle 9 fino alle 14.
«Lo scopo è di informare e rassicurare l'utenza sulla assoluta necessità di vaccinarsi, soprattutto se in presenza di patologie croniche», spiega Balzano che, ieri mattina, ha cominciato il suo turno di guardia collegando il cellulare sulla piattaforma fornita dall'Asl che consente ai dottori di lavorare da casa propria o da qualunque telefono a loro disposizione.
«Rispondiamo a quesiti medici riguardo le vaccinazioni, fornendo risposte a dubbi e paure dei cittadini», aggiunge Florio che insieme ad altri 13 specialisti ha prodotto «un documento utilizzando le evidenze scientifiche prodotte da Ema, Aifa, Iss e ministero della Salute», a cui tutti gli 85 volontari si attengono.
«Sono in tanti a chiederci se possono vaccinarsi dopo una mastectomia, trattamenti chemioterapici e cure ormonali ma una buona fetta di utenti sono altrettanto preoccupati per le allergie», racconta Balzano che ieri, ad esempio, ha sconsigliato di fare al momento l'iniezione ad una signora che aveva un'infezione prodotta dalla sua protesi all'anca».
«Nei primi 10 giorni di attività sono pervenute già 3.000 chiamate che fanno riferimento a due fasce di età, da una parte gli ultra80enni e, dall'altra, dai figli che chiede informazioni per loro», spiegano i medici che chiariscono senza mezzi termini la difficoltà di questa fase della campagna di prevenzione.
«I centri vaccinali funzionano alla perfezione e stanno mostrando una grande organizzazione», sottolinea Balzano che punta il dito sulla «mancanza di siti, caselle mail e qualsiasi altro punto di informazione che possa fare da ponte tra gli utenti e le informazioni riguardo i vaccini».
«C'è un buco informativo da colmare che sta ingenerando confusione, paure e la certezza che dietro i silenzi si stiano realizzando ingiustizie e imbrogli», concludono Balzano, Correra e Florio pronti con l'esercito degli altri 82 medici volontari «a fornire tutte le risposte mediche di cui i cittadini hanno bisogno».
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