Ad un anno dall'inizio della pandemia ci sono settori letteralmente in ginocchio. Tra questi c'è sicuramente quello della cura alla persona.
«L'intero settore della cura della persona, barbieri, parrucchieri, estetisti, è stato ulteriormente penalizzato con chiusure apparentemente senza alcun criterio, considerato che molti hanno impiegato tempo e risorse per i dovuti adeguamenti per la sicurezza di personale e clientela ed hanno, sin da subito, applicato protocolli di gran lunga più restrittivi rispetto a quelli indicati dal governo, ma a nulla è servito. Anzi, tali chiusure stanno producendo un aumento del ricorso al servizio domiciliare, assolutamente illegittimo e pericoloso. Abbiamo bisogno - incalzano Cerella e Cataldo - di avere supporti economici concreti per fronteggiare la crisi con ristori adeguati e solerti. Abbiamo bisogno di risposte in merito a fitti, tasse, pagamenti dei fornitori. Necessitiamo, come tutti, di una cassa integrazione più veloce nei pagamenti, gli impiegati non possono attendere mesi per ricevere un sostentamento necessario per sopravvivere. Chiediamo - concludono i presidenti Claai - la dilazione delle tasse 2020/21 in dieci anni a partire dal 2023, un piano vaccinale che permetta una ripresa economica che dia fiducia per un rilancio concreto e per questo come Claai chiediamo al presidente della giunta regionale e all'assessore alle attività produttive di intervenire con sostegni economici alle categorie, in questo momento, chiuse».