Covid: effetto vaccini in Campania, la variante Delta è meno aggressiva

Covid: effetto vaccini in Campania, la variante Delta è meno aggressiva
Dal rientro dalle vacanze post ferragosto in Campania sono stati effettuati 3 o 4 cicli di sorveglianza, da 400 tamponi ognuno, per l’individuazione di varianti di...

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Dal rientro dalle vacanze post ferragosto in Campania sono stati effettuati 3 o 4 cicli di sorveglianza, da 400 tamponi ognuno, per l’individuazione di varianti di Sars-Cov-2: per la prima volta dall’inizio dell’estate la situazione si è stabilizzata. La variante Delta che assorbe ormai il 100 per cento dei contagi non sembra più essere in grado di fare tante nuove infezioni anche le sue sottovarianti sono residuali. A cosa è dovuto questo rallentamento e l’abbassamento della carica virale? Senza dubbio la progressiva preponderanza di vaccinati nella popolazione. Nei Covid center oggi si contano 289 ricoveri in tutto, numero per la prima volta sotto quota 300 dall’11 agosto mentre il 72,6 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose e il 62,8 per cento è stato completamente vaccinato. Il traguardo dell’80 per cento di cittadini campani immunizzati almeno con una dose è stato già segnato in alcune Asl (la Napoli 3 sud ad esempio) e la prima tappa dell’immunità di gregge è dunque in vista. Ciò incide molto chiaramente sull’epidemiologia del virus. 

Nell’ultimo mese in Campania, il lavoro di sequenziamento dei genomi virali di Sars-Cov-2, portato avanti dal Tigem, dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno e dal Cotugno (che ha assunto il coordinamento dell’attività e che si interfaccia con l’Istituto superiore di Sanità) si è ridotto da circa mille a 400 procedure ogni 7 giorni uniformandosi alle linee guida ministeriali. Il dato saliente è che gradualmente non sono più emerse varianti di attenzione e sotto monitoraggio a livello internazionale come invece avvenuto durante la fase clou dell’estate a intensa mobilità per turismo. Una fase di stasi che pur caratterizzata dalla assoluta preponderanza della variante Delta segna un calo netto dei contagi e delle varianti. In Italia, in base alla sorveglianza effettuata dall’Istituto superiore di sanità, l’unico alert dell’ultimo mese riguarda 2 nuovi casi di variante “Mu” sospettata di avere la capacità di aggirare il vaccino mentre resta lontana, la minaccia di R1, variante avvistata in Giappone e negli Stati Uniti, non ancora classificata dalla banca dei virus Gisaid ma seriamente indiziata di bucare l’ombrello vaccinale dopo le 45 infezioni in una Casa di cura del Kentucky, tra residenti e personale sanitario, in individui completamente vaccinati. «Questa variante - confermano dal Tigem - è originaria del Giappone e contiene pericolose mutazioni che migliorano la sua trasmissione. L’emergere di varianti richiede però molte infezioni, alte cariche virali che in Campania non stiamo più vedendo da qualche settimana - concludono i genetisti campani - nonostante la variante Delta. Uno dei nodi da sciogliere della rete di sorveglianza campana riguarda il fatto che molti tamponi positivi sono rilevati nei laboratori privati. Tamponi che le Asl non prendono in considerazione per il sequenziamento. Tantomeno i tanti test antigenici praticati».

«Con la vaccinazione di massa - spiegano dal Cotugno - ha abbassato i tassi dei contagi. Oggi non osserviamo più varianti esotiche e la tendenza a mutare del virus sembra essersi arrestata. Questo può essere dovuto a più fattori: alla ottimizzazione delle performance del virus che ha raggiunto un proprio assetto stabile, al fatto che la gente si muove meno e infine il probabile raggiungimento dei primi risultati in termini di immunità di gregge. Tanti vaccinati impediscono al virus di replicarsi massicciamente che è il presupposto per mutare e produrre nuove varianti. Nessuno sa quanto Sars-Cov-2 potrà continuare a mutare e migliorare la sua corsa ma è certo che il tasso di mutazione si è ridotto». «La Delta - concludono dal Tigem - è una variante molto infettiva e preponderante ma non circola più tutto questo virus e le cariche virali non sono più così alte. Se il virus è in un angolo indubbiamente il merito è dei tanti vaccinati che oggi impediscono la tirano il freno al processo di evoluzione del Coronavirus. Di certo se il pool di individui non vaccinati resta alto fornisce un serbatoio affinché il virus continui a crescere e a moltiplicarsi indisturbatamente creando quindi maggiori opportunità per l’emergere di varianti. Cosa aspettarci in futuro? Nessuno può saperlo ma il vero pericolo è lo sviluppo di varianti casualmente in grado di bucare il vaccino. le opportunità di queste casualità sono direttamente proporzionali ai cicli di replicazione del virus che nei non vaccinati sono ovviamente molto più alti. Le persone che non si stanno vaccinando stanno fornendo un terreno fertile affinché il virus continui a generare mutazioni». 

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Il Mattino