Covid al Cardarelli di Napoli, incubo focolaio: sono 21 i sanitari positivi

Covid al Cardarelli di Napoli, incubo focolaio: sono 21 i sanitari positivi
Nuovi casi covid all’ospedale Cardarelli di Napoli dove sono in aumento i contagi tra il personale sanitario. Ad ammalarsi sono medici, infermieri e operatori socio sanitari...

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Nuovi casi covid all’ospedale Cardarelli di Napoli dove sono in aumento i contagi tra il personale sanitario. Ad ammalarsi sono medici, infermieri e operatori socio sanitari in forza ai reparti del presidio che sta ritornando a numeri record anche per l’assistenza ai pazienti positivi. Se, però, l’impennata dei ricoveri Covid non fa che riflettere un dato nazionale, l’incremento dei contagi tra i sanitari contraddice l’incalzare della campagna vaccinale e il monitoraggio costante con test e tamponi effettuati su tutto il personale del Cardarelli. Eppure, nelle ultime due settimane, si è registrata una crescita esponenziale del numero di addetti ai lavori affetti dal virus e se, per il momento, la maggior parte dei contagiati è ricorsa alle cure domiciliari, c’è stato anche chi ha avuto bisogno del ricovero ospedaliero. I dati ufficiali, riguardano 21 sanitari attualmente affetti dal Covid ma quello che preoccupa gli operatori non riguarda solo il numero complessivo dei positivi, piuttosto le circostanze e le relazioni tra i contagiati che non rappresentano casi isolati. In pratica, si temono focolai epidemici anche se, Giuseppe Longo, direttore generale del Cardarelli invoca prudenza e circoscrive questi dati a possibili “cluster” che indicano correlazioni tra i contagi, ma di proporzioni minime rispetto a possibili focolai. 

Il vero boom dei contagi Covid è stato tra gli operatori dell’autoparco del Cardarelli. Si tratta del servizio di trasporto dei ricoverati attraverso le ambulanze in dotazione al presidio che, essendo composto da tante palazzine e padiglioni, spesso necessita dello spostamento dei degenti che devono effettuare esami diagnostici o, più semplicemente, che devono essere trasferiti in altri reparti. Sul totale degli operatori che ricoprono soprattutto il ruolo di autisti, 11 persone sono risultate positive ed uno tra loro, ha avuto bisogno del ricovero nel reparto di Terapia Subintensiva del Cardarelli. In questo caso, un intero turno di servizio dell’autoparco, composto da 6 operatori, è stato travolto dal virus ma, per il momento, quasi tutti i positivi stanno manifestando solo lievi sintomi e stanno effettuando le cure domiciliari, seguiti dai propri medici di base. Altri 5 casi positivi si sono verificati nel reparto di Medicina d’Urgenza e, nello specifico, riguardano due camici bianchi, due infermieri e un operatore socio sanitario. Anche nel reparto di Neurologia sono stati contagiati due lavoratori, ovvero un operatore socio sanitario e un infermiere, quest’ultimo con una sintomatologia che ne ha reso necessario il ricovero al Cardarelli. Infine, nel reparto di Ortopedia, sono risultati positivi due infermieri e un medico ortopedico. Nel complesso, si tratta di 21 sanitari contagiati, tra loro 4 sono attualmente ricoverati nei reparti Covid del presidio collinare. 

«Ho scritto personalmente una lettera all’Unità di Crisi regionale per rappresentare la situazione complessa dell’ospedale Cardarelli che sta registrando un aumento significativo dell’afflusso di pazienti Covid e non Covid». Con questa premessa, Giuseppe Longo, direttore generale dell’azienda ospedaliera più grande del Sud Italia, descrive come il servizio ospedaliero del Cardarelli stia rischiando di finire «sotto pressione» per la necessità di far fronte ad una ricezione notevolmente aumentata. Una situazione che ha risentito delle «disfunzioni tecniche all’ospedale del Mare, riducendone la ricettività e della trasformazione di alcuni presidi in ospedali totalmente Covid, come il Loreto Mare e il San Giovanni Bosco». Da una parte quindi, il Cardarelli registra una media «stazionaria» di 150 pazienti Covid al giorno, vale a dire un numero che tra dimissioni e accoglienza rimane pressochè costante e dall’altra anche i reparti ordinari scoppiano. In questo scenario i 21 sanitari contagiati «rappresentano una percentuale minima sul totale della platea di sanitari in forza al Cardarelli che conta su 4.500 addetti ai lavori, di cui 3700 avranno concluso il ciclo vaccinale entro il 9 febbraio», conclude Longo che fa una precisazione. «Non ci sono focolai ma semplicemente cluster di episodi di contagio connessi tra loro che potrebbero riguardare anche contatti che gli operatori hanno avuto all’esterno dell’azienda». 

 

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Il Mattino