Varianti Covid in Campania, l'allarme di De Luca: «Rimanete a casa il più possibile»

Varianti Covid in Campania, l'allarme di De Luca: «Rimanete a casa il più possibile»
Non è la solita stringata ordinanza restrittiva. No, perché dopo una lunga riunione, ieri mattina, dell’Unità di crisi regionale allargata ai direttori...

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Non è la solita stringata ordinanza restrittiva. No, perché dopo una lunga riunione, ieri mattina, dell’Unità di crisi regionale allargata ai direttori generali delle Asl, il governatore De Luca firma una disposizione più articolata in cui, oltre a stoppare le attività scolastiche sino al 14 marzo come annunciato 24 ore prima, rilancia l’allarme di una situazione critica. Compreso, sempre nero su bianco nell’ordinanza numero 6, una raccomandazione perentoria: «Rimanere in casa il più possibile». Colpa delle varianti inglese e brasiliana che da giorni preoccupano gli esperti. Perché più aggressive e individuate sui soggetti più giovani. Senza contare il bollettino giornaliero. Perché anche se scende di qualche decimo di percentuale rimane sempre il dato di un numero di contagi che da giorni è superiore ai 2mila casi. Con rischio, se non si abbassa questa soglia, che tra un paio di settimane ci si ritrovi a secco con i posti di intensiva e normale degenza. E ieri i contagi nelle scuole napoletane, tra docenti e studenti, risultano aumentati del 4 per cento. 

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Per i componenti dell’Unità di crisi lo stop da domani sino al 14 marzo per tutte le scuole di ordine e grado è necessario «in considerazione della diffusione della variante inglese del virus presso le fasce più giovani della popolazione e dei gravissimi rischi di propagazione negli ambienti familiari degli studenti; delle problematiche, a tutt’oggi irrisolte, in ordine alla corretta applicazione delle misure di prevenzione individuate dalla circolare del ministero della Salute del 31 gennaio 2021 che attestano la necessità di aumentare lo spazio di distanziamento e di ridurre il tempo medio di permanenza in aula e dell’esigenza di assicurare l’efficacia della campagna vaccinale in corso per il mondo della scuola, salvaguardando il personale docente e non docente dalle infezioni occasionate dalla presenza in classe, per il tempo occorrente ad effettuare la vaccinazione secondo il calendario previsto».
Tutto nell’ordinanza pubblicata ieri e già annunciata: scuole e università chiuse mentre «restano comunque consentite in presenza le attività destinate agli alunni con bisogni educativi speciali e/o con disabilità, e in ogni caso garantendo il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica a distanza». 

Ma oltre al quadro critico tratteggiato dagli esperti «si raccomanda alla popolazione di evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile». E si ribadisce «l’obbligo di rispetto delle misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti di quarantena dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi» fermo restando la richiesta agli «enti competenti a rafforzare il controllo del rispetto delle disposizioni del Dpcm 14 gennaio 2021 e delle disposizioni del presente provvedimento». 

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Stavolta nelle 11 pagine dell’ordinanza vengono citati studi nazionali e regionali che tratteggiano l’ampiezza del contagio. E non solo tra gli alunni. Anche, forse, per mettersi al riparo da eventuali ricorsi peraltro già annunciati dai gruppi di genitori No Dad. 
«I dati rilevati fanno registrare all’attualità, rispetto alla metà di gennaio, un aumento, costante da tre settimane, dei contagi, dei casi sintomatici e dei decessi. Tranne che nella fascia d’età 0-2 anni, si registra un aumento dei contagi in tutte le fasce di età. All’attualità - scrivono i tecnici dell’Unità di Crisi - lo scenario epidemiologico risulta significativamente aggravato rispetto a quello rilevato nella settimana scorsa e vede una diffusa esposizione alle varianti – e, in particolare, a quella inglese- nelle aree metropolitane e casi anche nelle aree interne o isolane, sinora non esposte. Sono, tra l’altro, allo studio anche alcuni casi probabilmente riconducibili alla cosiddetta variante brasiliana». Con un allarme rosso per il capoluogo do regione e le aree limitrofe: «I dati sopra riportati ed il trend di aggravamento esponenziale in corso (ed ormai consolidato) trovano spiegazione verosimile nella diffusione sul territorio regionale, ed in particolare in quello della Città di Napoli e di altri Comuni a ridosso delle altre Province, della variante inglese».

Per questo la Regione vara ieri «ulteriori misure di contenimento, che consentano di depotenziare con rapidità la curva di incremento collegata al carattere di “porosità” che contraddistingue la circolazione delle varianti sul territorio regionale. L’indifferibilità ed urgenza di tali misure risulta peraltro evidente - scrive sempre l’Unità di crisi e riportato nell’ordinanza - anche in considerazione dell’incremento di intensità di cura registrato negli ultimi giorni, che vede in aumento non solo i ricoveri in regime ordinario ma anche quelli di terapia intensiva e che ha indotto alcune Aziende a riconvertire reparti per assicurare la disponibilità di posti letto Covid. Quale azione necessaria a contenere con efficacia un’ulteriore diffusione del virus riducendone la crescita esponenziale e indispensabile a scongiurare serie criticità del sistema sanitario nelle prossime settimane».



Oltre a due casi della variante brasiliana registrati in Campania preoccupa la curva costante dei casi: sopra i 2mila da giorni. Ieri, dall’ultimo bollettino, risultavano 2.215 i casi positivi emersi su 22.732 tamponi (mentre 48 ore prima erano 2512). Senza contare i 14 nuovi decessi (9 dei quali avvenuti nelle ultimi tre giorni ore e 5 avvenuti in precedenza) e i 138 pazienti ricoverati in terapia intensiva (6 in meno rispetto a 48 ore fa) e i 1301 (7 in più die due giorni fa) in reparti di degenza. Insomma il terrore è quello della terza ondata. 
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Il Mattino