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In Campania sono ore di vigilia: oggi gli ultimi assembramenti consentiti, le ultime adunate tra amici e parenti, l’ultima movida con le regole ballerine della zona arancione e la responsabilità che ci può essere nelle età giovanili a massima espressione sociale prima del lockdown che scatta da domani e che per due settimane, fino al 21 marzo, consegna tutta la regione alle massime restrizioni a fronte di un livello epidemico diventato ormai esponenziale. La variante inglese è la protagonista di questa nuova ondata massiccia di contagi dopo quella di aprile e di novembre dello scorso anno. La decisione è stata assunta venerdì mattina dalla cabina di regia nazionale riunitasi al ministero della Salute prima della conferenza stampa che nel pomeriggio ha poi ufficializzato i dati e le decisioni assunte. Analizzando il flusso dati della settimana dal 21 al 28 febbraio, mettendo sotto la lente l’indice di infettività Rt (inferiore a 1 sebbene fermo alla fotografia del 17 febbraio) e a fronte di un’incidenza di casi su 100 mila abitanti in 7 giorni molto alta ma inferiore al valore limite di 250, sono in tanti a storcere il naso e a chiedersi come mai la Campania sia finita in zona rossa. Qualcuno più malizioso, soprattutto nell’arena dei social, giura che il ministero ha semplicemente raccolto un’esplicita richiesta della Regione Campania puntando il dito su quella che viene letta come un’autonoma e perniciosa decisione assunta sulla scorta di paure e timori ingiustificati. Poi ci sono le proteste delle aree interne e più periferiche dove i casi sono pochi. Nel beneventano e nel cuilento contestano: «Qui la situazione è gestibile».
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Le cose stanno in realtà diversamente: la Cabina di regia si è riunita dalle 9,30 alle 14,30 di venerdì passando al setaccio i dati di tutte le regioni. Quando è toccato ai dati della Campania si è preso atto che i numeri disponibili erano risalenti a una settimana prima e l’Rt fotografato 20 giorni prima.
Per rendere più attuale l’analisi dei dati la Cabina di Regia ha approvato, con verbale del 19 febbraio scorso, le nuove modalità per il recepimento di richieste e relazioni provenienti dalle regioni per eventuali rettifiche sui dati da porre alla sua all’attenzione. Dati che devono pervenire tassativamente entro le ore 19 del giovedì antecedente alla riunione nella settimana di interesse. La Campania segue questa strada e la Cabina di Regia recepisce la segnalazione. La Campania si colloca ad un livello di rischio alto, ha identificato un peggioramento dell’epidemia e un’elevata prevalenza di infezioni causate dalla variante inglese del virus Sars-Cov-2. Insomma in base ai dati aggiuntivi forniti dalla Regione (e non per una richiesta infondata) più recenti di quelli inclusi nella analisi poi pubblicata, emerge un’incidenza molto elevata che supera il valore soglia di 250 casi per 100 mila abitanti. Anche Rt è superiore al valore di 1,235. La Cabina di Regia esprime esprime dunque parere favorevole ad applicare in Campania il massimo livello di mitigazione del rischio. Infatti l’analisi complessiva della situazione risulta equiparabile ad un contesto epidemiologico che può essere fronteggiato solo con “misure maggiormente restrittive e di contenimento” per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari. Un rischio correlato al peggioramento, per la quinta settimana consecutiva, nel livello generale del rischio di epidemia non controllata e non gestibile e con l’accelerazione nell’aumento dell’incidenza in linea con il profilo esponenziale assunto a livello nazionale. Con i contagi di ieri la Campania conta oltre 87mila attualmente positivi ed è di gran lunga la regione con più infetti, l’1,53 per cento della popolazione italiana, più del doppio della media nazionale che è dello 0,74 per cento.
Il Mattino