Variante inglese in Campania: «È più virale, complicanze gravi anche nei pazienti giovani»

Variante inglese in Campania: «È più virale, complicanze gravi anche nei pazienti giovani»
È la variante inglese a preoccupare i medici del Cotugno: al netto dei pazienti ricoverati, tutti affetti da gravi polmoniti, si osservano forme cliniche più...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

È la variante inglese a preoccupare i medici del Cotugno: al netto dei pazienti ricoverati, tutti affetti da gravi polmoniti, si osservano forme cliniche più aggressive, a rapida progressione e a notevole impegno terapeutico, di cui una buona parte, purtroppo, anche con esito fatale. Forme critiche che, si è notato, si fanno strada da alcune settimane nelle corsie dell’area della subintensiva ma anche nelle degenze cosiddette ordinarie del polo anticovid partenopeo. Qui, a differenza che in autunno, si assiste a una notevole crescita del fabbisogno di ventilazione e di ossigeno da parte di quasi tutti i malati. Un profilo che si associa a un abbassamento dell’età media dei contagiati che finiscono per avere serie difficoltà respiratorie anche se privi di significative patologie di base. Uno scenario di allerta e aumentata vigilanza, sulle conseguenze del dilagare delle forme mutate del Coronavirus, basato soprattutto sull’intuito e sulla osservazione clinica ma non ancora su studi scientifici. Un andamento della febbre epidemica osservato insomma da vicino dall’occhio esperto dello specialista pneumologo e dell’anestesista. 

LEGGI ANCHE Campania zona rossa: «Rischio alto, la variante è pericolosa»

«In terapia intensiva noi vediamo sempre casi gravi - aggiunge Fiorentino Fraganza, primario della rianimazione del Cotugno - li vedevamo all’inizio e li vediamo adesso. Dal punto di vista dei parametri clinici e degli indicatori infiammatori le conseguenze dell’infezione sono sempre le stesse. Però effettivamente sembra esserci una certa maggiore virulenza che solo col tempo potremo classificare di grado con studi specifici». 

«Di certo la variante inglese di Sars-Cov-2 infetta l’ospite con maggiore efficienza - avverte Franco Bonaguro, virologo del Pascale - e la quantità di virus necessaria per ottenere un’infezione è 10 volte inferiore al ceppo originario. Questo grazie a una maggiore affinità con i recettori. Ciò spiega perché infetta anche i più giovani che hanno un minor numero di recettori, ossia di porte di ingresso, rispetto ad adulti ed anziani. Si trovano di fronte uno scassinatore capace di aprire anche le poche porte disponibili. Sull’aggressività e letalità - sottolinea Bonaguro - la maggiore trasmissibilità si traduce in un maggior numero assoluto di infezioni, aumentando così i casi gravi quando le misure di prevenzione vengono mantenute costanti». Dai limitati studi scientifici della letteratura emerge anche una letalità di circa il 30 per cento superiore per gli ultra sessantenni. «Sulla base di analisi preliminari del Regno Unito - conclude il virologo - rafforzati l’11 febbraio scorso da ulteriori studi, emerge che è probabile che l’infezione da variante britannica sia associata a un aumento del rischio di ospedalizzazione e morte rispetto all’infezione da virus originario». 

Intanto in Campania, nell’ultimo fine settimana, i laboratori del Tigem, del Cotugno e dell’Istituto zooprofilattico - il primo impegnato per i sequenziamenti del virus con potenti calcolatori e macchinari, il secondo per i controlli sulle decodifiche dell’Rna virale e nella trasmissione del dati all’Istituto superiore di Sanità e il terzo per la logistica - hanno effettuato una massiva sorveglianza epidemiologica su circa 1200 tamponi. I risultati sono significativi e da approfondire: il primo dato è che la variante inglese rappresenta circa il 55-60 per cento dei campioni (ormai è prevalente). Il secondo è che emergono anche 7 casi di variante brasiliana. Il terzo è che sono state identificate delle sottovarianti inglesi che assommano le mutazioni della variante britannica con quelle brasiliana e sud africana. Un upgrade del virus che si attrezza a combattere la sua guerra per provare ad aggirare l’ombrello dei vaccini. 

LEGGI ANCHE Così è ripartita l’epidemia tra scuola, movida e varianti

«Cosa che per fortuna non è ancora avvenuta - precisa Luigi Atripaldi responsabile del laboratorio del Cotugno - ma alcuni operatori del Cotugno, vaccinati a gennaio, sono risultati positivi asintomatici al tampone. Ulteriori studi sono in corso per capire se questi soggetti sviluppano una risposta immunitaria verso componenti del virus non stimolate dal vaccino. Nel qual caso vorrebbe dire che è avvenuto un attacco virale e che l’immunità mediata dal vaccino e quella naturale dell’organismo hanno insieme impedito lo sviluppo di un’infezione grave. In caso contrario potrebbe trattarsi della presenza di frammenti virali inattivi presenti nel naso del soggetto prive di capacità infettanti». «Di tutto questo non c’è da meravigliarsi - conclude Bonaguro - ovviamente non c’è da meravigliarsi, i virus a Rna mutano e si ricombinano continuamente. Per evitare che anche i vaccinati concorrano a determinare queste variazioni bisogna vaccinare quanti più possibile nel più breve tempo possibile, altrimenti la vaccinazione concorrerà a selezionare altre varianti». 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino