Vaccini terza dose, è caos a Napoli: la metà dei sanitari decide di attendere

Vaccini terza dose, è caos a Napoli: la metà dei sanitari decide di attendere
È flop della terza dose anti Covid a Napoli che non raccoglie il consenso unanime del popolo dei sanitari. A dirlo sono i numeri. La proporzione dei vaccinati con la fiala...

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È flop della terza dose anti Covid a Napoli che non raccoglie il consenso unanime del popolo dei sanitari. A dirlo sono i numeri. La proporzione dei vaccinati con la fiala “booster”, almeno fin’ora, riguarda la metà della platea dei professionisti della sanità che avrebbero tutte le carte in regola per poterla ricevere. Praticamente, un sanitario su due, sceglie di non vaccinarsi per la terza volta e i dati registrati negli ultimi due mesi, mostrano una sorta di cautela nell’incrementare la quota anticorpale grazie al richiamo che rafforza il ciclo vaccinale primario. Considerando che si tratta di un’inoculazione su base volontaria, potrebbe essere ancora più significativo il rallenty registrato nei box vaccinali, disertati dalla metà dei sanitari che si sarebbero potuti già sottoporre alla terza puntura. 



I numeri non lasciano molto spazio alle interpretazioni riguardo il calo partecipativo dei sanitari napoletani alla campagna vaccinale anti Covid. Su un totale di 28.591 seconde dosi somministrate, la platea degli operatori “maturi” per la terza dose comprende 22.985 persone, ciascuna con una finestra temporale di almeno sei mesi trascorsi dalla seconda puntura. Fino ad oggi, quindi, i sanitari che hanno scelto di farsi somministrare la dose “booster” sono 11.384, una quantità che raggiunge a malapena il 50% dei candidati al rafforzamento immunitario contro il Covid. Un dato choc che non ci si aspettava dalla popolazione che ha fronteggiato in trincea il virus, costellando i tempi bui della pandemia con buoni esempi e sacrifici costati persino la vita a medici, infermieri e operatori di ogni sorta. Nonostante questo, la campagna di sensibilizzazione per i vaccini, sta spingendo l’acceleratore anche tra le mura ospedaliere, come al Cardarelli dove l’offerta vaccinale è stata abbinata al vaccino antinfluenzale. Chi dice si alla puntura anti Covid, può nella stessa seduta giovare anche dell’inoculazione contro l’influenza. L’ondata pandemica a Napoli, si è notevolmente ridimensionata ma, l’incidenza della variante delta e della sua alta diffusione, ha spinto gli ospedali ad adottare nuovamente i massimi livelli di restrizioni e di sorveglianza sanitaria. 

Da questa prospettiva, lo stop dei sanitari di fronte alla terza dose vaccinale appare ancora più deludente secondo Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1Centro che non solo ritiene «troppo basso il numero dei sanitari vaccinati con la dose booster» ma, ne approverebbe volentieri l’obbligatorietà. «Sulla campagna vaccinale la mia linea è assolutamente favorevole all’obbligatorietà della terza dose per tutti gli operatori sanitari» commenta il manager, anche lui vaccinato per la terza volta. Rispetto a questi dati, la percentuale di personale scolastico vaccinato per la terza volta, è decisamente incoraggiante. Su un totale di 20.099 seconde dosi somministrate, infatti, sono 1.880 i candidati del mondo scolastico maturi per la terza dose e di questi, 243 l’hanno fatta, attestando una percentuale leggermente superiore al 12% che ha detto si al richiamo. 

Molti sanitari dicono no alla terza dose ma, nel frattempo, Napoli registra alcuni casi di cluster epidemici in ambito ospedaliero. Negli ultimi dieci giorni, infatti, nel reparto di III Medicina, all’ospedale Cardarelli, sono risultati positivi al Covid una decina di pazienti, trasferiti successivamente al Cotugno e al padiglione M del presidio collinare, e due infermieri e un operatore socio sanitario. Nel reparto di ortopedia dell’ospedale San Paolo, sono risultati positivi quattro infermieri e un medico mentre al Vecchio Pellegrini, due anestesiste e un’infermiera. Tutti sanitari chiaramente vaccinati con due dosi. 

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Il Mattino