Covid a Napoli, finite le scorte di ossigeno e farmaci: in ospedale stop visite ambulatoriali e ricoveri non urgenti

Covid a Napoli, finite le scorte di ossigeno e farmaci: in ospedale stop visite ambulatoriali e ricoveri non urgenti
Dopo i distretti delle Asl e i medici di famiglia sono senza dubbio le farmacie l’ultimo baluardo a cui ricorrere per avere un farmaco, un consiglio, un tampone e, per chi...

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Dopo i distretti delle Asl e i medici di famiglia sono senza dubbio le farmacie l’ultimo baluardo a cui ricorrere per avere un farmaco, un consiglio, un tampone e, per chi non l’ha ancora fatta, la dose di vaccino. E intanto con una nota urgente inviata nella serata di ieri dalla Asl Napoli 1 a tutti i direttori sanitari degli ospedali cittadini, sono state sospese tutte le attività ambulatoriali e ospedaliere di ricovero programmate (su prenotazione) limitando le attività degli ospedali alle sole urgenze transitate dal pronto soccorso e alle attività per oncologici e malattie non procrastinabili. La medicina del territorio rischia così il tracollo e tutta la rete dei privati dalle farmacie agli ambulatori ai centri di ricovero delle Case di cura è sotto stress. 

Nelle farmacie iniziano a scarseggiare sia l’ossigeno, rapidamente esaurito a ogni nuova consegna, sia gli antibiotici che molti medici prescrivono a copertura di una infezione da Covid, sia integratori come il resveratrolo e soprattutto la lattoferrina. Quest’ultima, nella versione liposomiale, sembra dare buoni effetti nella prevenzione. E anche i tamponi nei kit fai da te sono aumentati di prezzo. «Ad oggi è questa la principale difficoltà che abbiamo - spiega Massimo Petrone, titolare delle omonime farmacie a Pianura e via Manzoni - le forniture poi arrivano a singhiozzo. Pesano anche i contagi tra alcuni addetti delle ditte di produzione. Anche un antibiotico manca nella mia farmacia, nella versione sciroppo per bambini». Va anche peggio alla Cotroneo di Fuorigrotta: qui due giorni fa, alle 16, erano terminate le scorte di ossigeno. «Per una farmacia notturna come la nostra - sottolinea il titolare - affrontare il turno senza una bombola è grave. Potrebbe capitare qualunque emergenza. Ieri me ne hanno consegnate 22 e ne sono rimaste in deposito solo due. Spesso sono accaparramenti precauzionali e non reali necessità, Omicron non causa molte polmoniti ma le richieste sono quintuplicate e le ditte arrancano per le ricariche in quanto la riconsegna di quelle vuote diventa problematica. Tutto il circuito delle forniture rischia di andare in pochi giorni in sofferenza». Ossigeno terapeutico esaurito da ieri anche alla farmacia Maddaloni dei Colli Aminei mentre in quella notturna del Policlinico collinare le scorte in serata si erano ridotte a solo due contenitori. Anche nel resto della città, si inizia ad avvertire la penuria. 

Si va avanti intanto al ritmo di 3-400 tamponi al giorno in alcune grandi farmacie di cui il 20 per cento positivi. Una situazione in cui il tracciamento è ormai impossibile e residuale e isolamento e quarantene sono spesso disattesi. Quando il farmacista individua un positivo deve immettere il dato in piattaforma e a volte il sistema va in tilt rallentando le procedure che investono anche l’iter delle vaccinazioni. «A Capodanno - racconta Cotroneo - 4 o 5 ammalati usciti positivi il 26 o il 27 si sono presentati da me per fare il tampone e vedere come stavano, naturalmente erano in fila ignorando che avrebbero dovuto essere in isolamento. Effettuiamo accettazione, pagamento, esecuzione e refertazione per non intaccare il lavoro in farmacia che, a causa del dilagare della pandemia, sta avendo un picco altrettanto elevato. Siamo riusciti a fatica a reperire, facendo scorte in tutte le regioni d’Italia, i farmaci del protocollo Covid domiciliare». «C’è grandissima richiesta di test antigenici - aggiunge Nicola Stabile titolare della omonima farmacia - ma io per scelta non li erogo. I tamponi sono uno strumento di salute pubblica che va utilizzato nei canali sanitari ufficiali non nel chiuso della propria casa. Quando un paziente scopre di essere positivo cosa fa, si affida al consiglio del vicino di casa? Chiama il medico ma spesso il telefono risulta spento, raccontano i nostri utenti, facendo salva la grande dedizione e professionalità di molti medici di famiglia. Il passo successivo al minimo aggravamento, è andare in pronto soccorso». 

Dalla Fimmg e da altri sindacati dei medici i famiglia come la Sim arriva intanto un invito a tutti affinché si guardi con attenzione alle nuove regole definite dal Governo che prevedono, tra l’altro, che un’eventuale quarantena non si applichi ai soggetti con dose booster (se sintomatici al 5 giorno devono effettuare tampone antigenico). Mentre se si ha la doppia dose, dopo 4 mesi dall’inoculazione, solo 5 giorni di quarantena e rientro con tampone antigenico o molecolare, entro i 4 mesi dalla doppia dose nessuna quarantena. Le vecchie regole di quarantena, insomma, restano valide solo per i cittadini che hanno scelto di non vaccinarsi. 

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Il Mattino