Covid a Napoli, a Posillipo e Fuorigrotta coop di medici di base «Ecco i nostri mini hub»

Covid a Napoli, a Posillipo e Fuorigrotta coop di medici di base «Ecco i nostri mini hub»
A Napoli i medici di famiglia vaccinatori, che hanno detto si all'immunizzazione dei propri pazienti fragili a domicilio o a studio, sono passati in tre settimane, da quando...

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A Napoli i medici di famiglia vaccinatori, che hanno detto si all'immunizzazione dei propri pazienti fragili a domicilio o a studio, sono passati in tre settimane, da quando la Asl Napoli 1 ha verificato le disponibilità, da 168 su 500 a oltre 200. Ora i dottori iniziano ad organizzarsi per allargare le maglie delle attività e si profila l'allestimento di alcuni mini hub dove vaccinare ai autonomia i propri pazienti. Un modo per arruolare alle punture anche i 191 camici bianchi che avevano dato il disco verde alle immunizzazioni ma solo negli spazi della Asl e che sono rimasti finora a braccia incrociate in quanto l'Azienda sanitaria ha già personale sufficiente. Tra le 29 associazioni di medici presenti in ogni area della città, le cosiddette Aft, ossia Aggregazioni funzionali territoriali, gruppi di 20 o 30 medici che condividono la gestione dei pazienti in rete, in almeno due casi (a Soccavo e Fuorigrotta e a Chiaia-Posillipo) i mini hub sono stati già individuati. Siti pronti rispettivamente presso la Colonia Geremicca e a Cavalleggeri.


LE COOPERATIVE
«Come cooperativa Kos e insieme alle Aggregazioni di medici del distretto 24 (Chiaia, S. Ferdinando e Posillipo) spiega Savero Annunziata, medico di del Sumai con studio a Chiaia - abbiamo avanzato richiesta all'Asl per aprire un piccolo hub vaccinale presso la ex Colonia Geremicca. Se potessimo trasferire lì la nostra campagna vaccinale potremmo coprire grandi numeri usufruendo di ampi spazi. A tutt'oggi la nostra proposta è rimasta nel limbo e siamo in attesa di risposta da parte dell'azienda sanitaria. Una vaccinazione eseguita da un Medico di medicina generale costa molto meno che negli hub aziendali». Un progetto simile è stato messo in piedi a Fuorigrotta dalla Comegen, cooperativa che conta ben 160 medici associati: il sito è già individuato per il fitto a Cavalleggeri. La stessa cooperativa ha già provveduto ad acquistare in proprio circa 2 mila siringhe di precisione. «Ci sono tutte le condizioni affinché i colleghi arruolati nelle file dei vaccinatori, che sono sempre più convinti e numerosi avverte Pina Tommasielli, studio a Soccavo, accesa sostenitrice, sin dagli inizi, di questa funzione per la categoria possano utilizzare tutti i vaccini disponibili e non solo Moderna. Possiamo gestire sia AstraZeneca, per gli over 60, sia Pfizer che possiamo ritirare ogni mattina presso gli hub della Asl e somministrare poi nell'arco delle successive sei ore. Con la logistica attuale, i tempi delle domiciliari e gli spazi limitati degli studi non si riesce a vaccinare più di 10 o 15 pazienti in un giorno».


LE DIFFIDENZE


Una domanda sorge spontanea: come mai dopo le diffidenze e rifiuti iniziali tanti medici di famiglia vogliono ora indossare i panni dei vaccinatori? «All'inizio - continua Annunziata le mancate adesioni erano legate ai timori delle reazioni avverse e all'impossibilità di ricorrere al personale di rianimazione come negli hub. I medici delle Aft hanno ricevuto una media di 80 dosi di Moderna assegnate in base al numero di pazienti ultraottantenni e ultrasettantenni non deambulanti registrati sul portale regionale. Personalmente in 10 giorni ho vaccinato 30 pazienti non deambulanti a domicilio, tutti gli ultraottantenni che ancora non erano stati raggiunti e tutti gli ultrasettantenni con fragilità. La media è di 11 vaccinazioni al giorno: il limite sono le dosi». «A Napoli conclude Luigi Sparano della Fimmg - sono stati vaccinati finora dai medici di famiglia circa 5.700 pazienti di cui più di 4.500 a domicilio. In maggioranza fragili e non deambulanti. L'unico vero nodo irrisolto è quello delle dosi: molti colleghi non hanno ancora ricevuto le dosi. Altri ne hanno ricevute per vaccinare un numero limitato di persone (tra 40 e 60)». C'è anche un'altra anomalia: la continua aggiunta e segnalazione, da parte dei medici non vaccinatori, di pazienti con profili di fragilità. Su cui la Asl sta accendendo i riflettori. «Abbiamo degli obiettivi fanno sapere dalla Asl dobbiamo completare subito la profilassi in queste categorie. Se tutti i giorni escono fuori decine di nuovi fragili non ne verremo mai a capo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino