Annullati gli arresti domiciliari per l'imprenditore Giancarlo Buontempo (figlio dell'imprenditore e armatore Eugenio); mentre il commercialista Umberto Scala passa dagli...
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Inchiesta condotta dal pm Sergio Raimondi e dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, riflettori puntati sulla società immobiliare «comparto real estate srl», il Riesame dà una spallata al provvedimento firmato dal giudice Rossella Marro. In attesa di leggere le motivazioni (che saranno depositate entro i prossimi 45 giorni), conviene focalizzare l'attenzione sull'intervento a porte chiuse dei rispettivi collegi difensivi. Sia i legali di Buontempo (gli avvocati Francesco Pio Porta e Ettore Stravino), sia il difensore di Scala (il penalista Bruno Botti), hanno insistito sulla mancanza di esigenze cautelari, ma sono entrati anche nel merito delle ipotesi di accusa.
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Ma su cosa verte l'inchiesta? Siamo nel 2007 quando viene costituita la «Compalto real estate», finalizzata alla costruzione e alla vendita di immobili nella provincia di Siena. Tre anni dopo la sua nascita - quando siamo giunti nell'estate del 2010 -, l'azienda comincia a maturare debiti e ad attraversare una situazione di declino. Ed è a questo punto che sarebbe intervenuto il lavoro del commercialista Scala. Parliamo di dieci anni fa, inevitabile una domanda: esiste il pericolo di reiterazione delle condotte contestate? Un tema, quello delle esigenze cautelari, su cui si sono soffermati gli interventi in aula, dinanzi alla sezione del Riesame. E non solo. Viene respinta anche l'accusa di aver distratto beni della società di fronte a un eventuale tracollo della Compalto real estate.
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Ma torniamo all'estate di dieci anni fa, quando la Compalto (assieme ad altre società amministrate da Buontempo) inizia ad affannare. Debiti con l'istituto di credito che aveva concesso consistenti finanziamenti, ma anche nei confronti dell'Erario, fino a versare in uno stato di completa insolvenza a partire dal luglio del 2011. Stando all'accusa, i due indagati deliberatamente avrebbero evitato di avviare la fase di liquidazione della società, causando in questo modo un notevole incremento delle posizioni debitorie e delle perdite. Nel provvedimento viene evidenziata la pericolosità degli indagati e l'attualità del pericolo di reiterazione di reati della stessa specie (fallimentare e societaria) anche in considerazione del fatto che dalla documentazione analizzata emergono altre società immobiliari toscane, versanti in stato di crisi, inizialmente partecipate ed amministrate dall'imprenditore e successivamente gestite dallo Scala, presso il cui studio sono state trasferite le sedi legali.
Altro punto su cui ha fatto leva l'inchiesta è legato alla testimonianza di un ex dipendente della srl in crisi (parliamo di Andrea Giacetti), che ha ripercorso la storia imprenditoriale della famiglia Buontempo, soffermandosi su quella di Giancarlo (suo compagno di scuola ai tempi del liceo Scientifico), fino alla costruzione di società in Toscana. Scrive il gip: «Nonostante i ripetuti solleciti, Scala non consegnava le scritture contabili al curatore fallimentare ma solo i bilanci relativi alle annualità precedenti il fallimento. La documentazione contabile è stata distrutta o sottratta da Umberto Scala e a questa distruzione o sottrazione ha partecipato anche Buontempo con un valido contributo morale». Accuse che ora vacillano dinanzi al provvedimento del Riesame, si attende di leggerne le motivazioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino