​Crisi, anche al Mercatone Uno l'ombra della cassa integrazione

​Crisi, anche al Mercatone Uno l'ombra della cassa integrazione
Arzano. Lavoro: è crisi senza fine. Anche al Mercatone Uno scatta l'incubo cassa integrazione dopo l'aggravarsi della situazione finanziaria, che mette a rischio i circa...

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Arzano. Lavoro: è crisi senza fine. Anche al Mercatone Uno scatta l'incubo cassa integrazione dopo l'aggravarsi della situazione finanziaria, che mette a rischio i circa cinquanta dipendenti del punto vendita cittadino. Sono in pericolo, in Italia, complessivamente 79 punti vendita, 3.700 addetti circa più l'indotto e 30 gioiellerie. L'indebitamento è di 425 milioni di euro. Per salvare l'azienda si cercano potenziali investitori.




«Sono state formalmente ufficializzate ai vertici aziendali tre manifestazioni di interesse da parte di altrettante società sulle quali è necessario mantenere al momento il massimo riserbo e con le quali sono già in corso contatti per il necessario approfondimento, la verifica e l'organizzazione di quanto necessario al fine di valutarne i contenuti e la portata», spiega una nota della catena nazionale di supermercati del mobile, in profonda crisi. «Il fatto che l'azienda stia continuando la sua attività, comunque, è un requisito fondamentale per mantenere il peso del gruppo sul mercato», affermano, intanto, i sindacati.



Quella del Mercatone Uno è solo l'ultima crisi occupazionale che investe il territorio, già fortemente falcidiato da chiusure e fallimenti. Negli ultimi mesi, hanno smantellato Leroy Merlin, Mida Cash & Carry, Nuova Sinter e Micron Semiconductor. Qualche spiraglio positivo, resta in piedi per la Mida Cash&Carry per la quale ci sarebbero almeno un paio di gruppi seriamente interessati ad entrare e quindi a rilanciare la società oggi chiusa a causa di un passivo che supererebbe abbondantemente i 20 milioni di euro.



Più difficile appare, invece, la situazione della Nuova Sinter che si occupava di componenti sinterizzati di alta precisione e con geometrie complesse per il mercato dell'automotive (motori e trasmissioni). I lavoratori della Nuova Sinter, che faceva capo a Giuliano Zucco, evidenziano che dinanzi all'evolversi delle difficoltà economiche dell'impresa la proprietà non ha mai posto in essere reali iniziative di rilancio «facendo trapelare uno scarso attaccamento al territorio ed un sostanziale disinteresse per la sorte dell'attività e soprattutto dei dipendenti». Un atto di sindacato ispettivo di alcuni senatori del Movimento 5S, indirizzato ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dello sviluppo economico e della giustizia, getta ombre, intanto, anche sulla nomina del curatore fallimentare della Nuova Sinter. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino