«Chiediamo verità e giustizia sulla morte di nostro figlio, sappiamo che nulla potrà restituirci il suo sorriso e la sua gioia di vivere, ma vogliamo che ci sia un chiaro...
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Dignità e rispetto delle regole, da parte dei genitori di Salvatore Giordano, un papà e una mamma che da nove mesi vivono con un vuoto incolmabile provocato dalla scomparsa di un figlio di soli 14 anni. Una vicenda drammatica, che ha stroncato un ragazzino di 14 anni che lo scorso luglio aveva raggiunto Napoli dalla sua Marano. Oggi, a distanza di nove mesi dal crollo di stucchi dalla Galleria Umberto, c’è un pezzo di carta, una consulenza, un possibile snodo.
Difesi dai penalisti Angelo e Sergio Pisani, i genitori di Sasi non chiedono vendetta ma giustizia, limitandosi ad invocare un punto fermo, al termine di un processo rapido a carico di chi aveva il dovere di vigilare, di tutelare la salute di passanti. L’inchiesta scaturita dalla morte di Salvatore ha portato, nei giorni successivi al crollo, all’emissione di quarantacinque avvisi di garanzia, firmati dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio e dai pm Stefania Di Dona e Lucio Gugliano, notificati dai carabinieri della Compagnia Napoli Centro.
Destinatari dei provvedimenti, ci sono funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Napoli, oltre ad amministratori e proprietari di locali dell’ala della galleria interessata dal crollo. Due i fronti che hanno visto impegnati gli inquirenti: da un lato l’accertamento delle responsabilità relative alla manutenzione della facciata oggetto del crollo, dall’altro l’ipotesi di eventuali omissioni dopo allarmi inascoltati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino